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Arretra lo smart working: in ufficio 7 lavoratori su 10 «Bilanciare vita e lavoro»

di Maurizio Giannattasio

Milano, l’indagine di Confcommercio sul mondo delle imprese e dei servizi. Venerdì la firma del «Patto per il lavoro» tra l’assessora Alessia Cappello e il ministro Andrea Orlando: dagli asili ai trasporti, premi alle aziende che favoriscono l’equilibrio tra vita privata e occupazione

Sette su dieci. Su 900mila lavoratori del terziario il 70 per cento è tornato a occupare regolarmente uffici, scrivanie e posti di lavoro, mentre un 30 per cento continua a usufruire dello smart working da due a tre giorni alla settimana. A poche ore dalla firma del Patto per il Lavoro, Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza presenta la sua indagine a campione sul mondo delle imprese e dei servizi. La percentuale tradotta in numeri reali significa che 630mila lavoratori hanno ripreso a essere presenti fisicamente sul posto di lavoro e a far rivivere negozi, bar, ristoranti e zone della città abbandonate per lungo tempo a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Intanto il Comune con l’assessora Alessia Cappello sta mettendo a punto gli ultimi particolari del Patto per il lavoro che sarà siglato venerdì alla presenza del ministro Andrea Orlando, dove il capitolo smart working gioca un ruolo molto importante.

Equilibrio tra vita e lavoro

La parola d’ordine è bilanciamento tra vita e lavoro, tra le esigenze dei singoli e quelle della comunità. Se da una parte si prevedono incentivi con l’introduzione di premialità e di riconoscimenti formali per le aziende che mettono in campo misure di sostenibilità anche sul fronte della gestione delle risorse umane come lo smart working, dall’altra si intende favorire politiche di «work life balance» con la creazione di una rete di servizi di welfare che agevoli la ripresa dell’attività in presenza e la conciliazione vita-lavoro. Ad esempio asili nido anche interaziendali e abbonamenti a trasporti dedicati. Sempre in questa direzione va una delle altre azioni previste dal Patto: verrà favorita favorire la condivisione di spazi aziendali a disposizione dei dipendenti di altre imprese per creare dei network».

Il ritorno alla normalità

«Da tre settimane a questa parte con la fine dello stato di emergenza gli uffici si sono ripopolati — spiega Marco Barbieri , segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza —. Siamo a un 70 per cento di presenze. È un ritorno alla normalità fondamentale per una città come Milano che vive di servizi. Nessuno mette in dubbio il valore dello smart working e il fatto che sia una conquista del mondo del lavoro, ma è altrettanto certo che uno smart working portato all’eccesso rischierebbe di desertificare la città come è successo nel periodo del lockdown anche perché Milano è fatta sì di residenti, ma anche di city user. Le stime dicono che sono circa 800mila. È importante che tornino a far rivivere la città». Importante, e qui Barbieri parla pro domo sua, soprattutto per chi ha un’attività e basa parte dei suoi guadagni sulla presenza dei pendolari. «Voglio ricordare — continua Barbieri — quanto la presenza sul lavoro sia importante per l’indotto che crea. Teniamo presente che la pausa pranzo di un lavoratore incide per il 25-30 per cento sul fatturato annuo di un bar o di un ristorante».

Coworking, orari e benessere

Da qui il giudizio positivo sul capitolo smart working rilanciato dal Patto. «Siamo molto soddisfatti di come il Comune con l’assessora Cappello abbia accolto il nostro grido d’allarme con la creazioni di tavoli dedicati che poi sono stati declinati nel Patto per il Lavoro. Lo stesso ha fatto l’assessore regionale Guido Guidesi per quanto riguarda la Lombardia». Nello specifico il Patto sullo smart working prevede, oltre alle due iniziative ricordate qualche riga sopra, la conoscenza e la condivisione delle best practice aziendali, la promozione del benessere psicofisico dei cittadini per contrastare la perdita di socialità e «la sensazione di confinamento», il sostegno alla creazione di spazi attrezzati all’interno di pubblici esercizi e altre attività per la realizzazione di spazi di coworking di prossimità, lo sviluppo della rete dei coworking e le facilitazioni all’accesso per le imprese delle associazioni firmatarie del Patto. Infine, si andrà a definire e a potenziare politiche di mobilità sostenibile in base all’analisi dei piani degli spostamento casa-lavoro in coerenza con il piano degli orari della città.

Il Patto per il Lavoro

Lo smart working fa parte di uno dei quattro pilastri del Patto per il Lavoro, quello dedicato a Milano come «città delle opportunità» che mette insieme più voci: dall’economia urbana all’imprenditoria e alla micro-imprenditoria, dall’attrattività dei talenti al ritorno del turismo, dalle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 alle startup innovative. Ma anche il difficile compito di ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro e il miglioramento dei livelli occupazionali e dello sviluppo economico. Gli altre tre pilastri sono dedicati a Milano-città della formazione, Milano-città del buon lavoro e Milano-città del rilancio. Un programma ambizioso, ma fondamentale per la ripresa della città.

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24 aprile 2022 (modifica il 24 aprile 2022 | 08:21)

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