Chi è Theresa May, il nuovo primo ministro del Regno Unito

Theresa May, ministro degli Interni di Londra, succede al 10 di Downing Street a David Cameron sconfitto nel referendum Brexit. Il terremoto innescato dal voto ha rimescolato le carte al vertice del suo Partito conservatore mettendo fuori gioco anche i rivali pro-Brexit, ovvero il ministro della Giustizia, Gove e l’ex-sindaco della capitale Boris Johnson che avevano sostenuto l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Pro-Ue era inveceTheresa May – anche se in modo alquanto sfumato – che sul filo di lana ha battuto anche l’altra candidata tory al vertice del partito, Andrea Leadson, ministra per l’Energia. Con “effetto immediato” è stata nominata leader del Partito conservatore in luogo di Camerone pertanto premier, in quanto i tory sono risultati prime alle ultime legislative: a dispetto delle polemiche italiane sul doppio incarico di Matteo Renzi, nella tradizione democratica britannica infatti i due ruoli collimano perfettamente.

Innanzi tutto, torna una donna a presiedere il governo di Londra dopo Margaret Thatcher, la “Lady di Ferro” alla guida Regno Unito dal 1979 al 1990. Anche May esponente del Partito conservatore e, in terzo luogo, anche lei con la reputazione di avere una determinazione d’acciaio e una volontà tale da navigare nelle acque difficili, e in questo momento agitatissime, della politica britannica. Che sia emersa nel post-referendum sulla caduta di Cameron, Johnson, Gove e il ritiro della Leadson può voler dire qualcosa e intanto introdurre un elemento di stabilità calmando le scosse post-referendarie.

Fin da subito Theresa May ha sgombrato il campo da ogni bizantinismo sul risultato della consultazione tracciando netta la linea della sua azione di governo: “Brexit è Brexit”. Il popolo ha parlato. Da qui partirà. E’ la patria della democrazia parlamentare e, anche se tecnicamente possibile, non sarà stravolto in aula l’esito del voto, pur con tutto quello che può comportare. Per inquadrare, una capatina nella storia non fa male: è il Paese della prima rivoluzione europea (sì, prima di quella francese) e il primo dove fu decapitato un sovrano, Carlo I nel 1649, perchè ritenuto colpevole di alto tradimento nei confronti del popolo e perciò condannato alla pena capitale, siglata da 59 commissari.

Riguardo alle questione della nuova rivoluzione inglese (la premier scozzese Nicola Sturgeon continua a dichiarare che farà di tutto per mantenere il suo Paese nella Ue, anche ripetere il referendum che ha respinto l’indipendenza da Londra), la neopremier ha sottolineato che negozierà l’uscita dalla Ue nel miglior interesse della Gran Bretagna. Per i notisti politici britannici è chiaro che non intende lasciarsi dettare agenda né condizioni daBerlino, considerata la reale controparte della trattativa con Bruxelles e che ha sollecitato di accelerare l’avvio del processo. Laureata in Geografia a Oxford, Theresa May ha anche lavorato per la Bank of England per poi essere eletta in Parlamento la prima volta nel 1997. Si è mantenuta fedele a Cameron sulla linea ‘Remain’ durante la campagna per il referendum, ma con basso profilo ed è nota per le sue posizioni contrarie a eccessivi cedimenti di sovranità in favore di Bruxelles: voleva anzi far uscire Londra dalla Corte europea per i Diritti Umani ritenendo che le leggi britanniche sono sufficienti a tutelare il cittadino da discriminazioni e abusi.

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