Lo Fazio: “Provvedimento inaccettabile, vicino ai nostri pescatori”
La notizia è arrivata improvvisa, come un colpo di vento che scompiglia le reti già pronte sulla banchina.
Il Ministero della Pesca, con un decreto emanato nella serata di ieri, ha prorogato di un altro mese il fermo biologico nel Mar Tirreno. La misura, valida fino al 30 novembre, blocca nuovamente la flottiglia peschereccia, compresa quella anziate, che proprio il primo novembre avrebbe dovuto riprendere il mare dopo settimane di sosta forzata.
Un decreto che pesa come un’àncora sul comparto ittico locale, già messo a dura prova da rincari, manutenzioni e mesi di inattività. “È una notizia sconcertante,” commenta con amarezza Domenico Spina, comandante di un motopeschereccio di Anzio. “In queste settimane abbiamo speso soldi e tempo per sistemare le barche. Eravamo pronti a ripartire, e invece ci dicono che dobbiamo restare fermi un altro mese. È assurdo.”
Il provvedimento ministeriale riguarda le unità autorizzate all’uso di reti a strascico e attrezzi rapidi, comprese quelle impiegate nella cattura di gambero rosso e gambero viola, nelle aree marittime GSA 8, 9, 10 e 11. Durante questo periodo di “interruzione obbligatoria”, spiega il decreto, sarà vietato pescare, sbarcare o anche solo movimentare il pescato nei porti del Tirreno.
Secondo quanto trapelato, la proroga sarebbe dovuta al superamento del monte orario annuale di pesca. Una motivazione tecnica che però, per chi vive di mare, si traduce in un mese di reddito perduto.
Sulla vicenda è intervenuto con forza il sindaco di Anzio, Aurelio Lo Fazio, che ha espresso solidarietà ai pescatori della città:
“La proroga del fermo pesca nel Tirreno è inaccettabile. Sono vicino alla nostra marineria e a tutte quelle gravemente danneggiate da questa scelta, che arriva alla scadenza del mese di stop già previsto, allungando fino a fine novembre l’impossibilità per le paranze di uscire in mare.”
Lo Fazio ha poi aggiunto:
“Questa decisione, presa all’ultimo istante, mette a rischio le attività dei pescatori e l’intera filiera agroittica. Mi auguro che il Ministro dell’Agricoltura intervenga per garantire ristori agli armatori e cassa integrazione agli equipaggi, ma serve soprattutto programmazione: il mare non può aspettare la burocrazia.”
Intanto, sul molo, il silenzio dei motori è interrotto solo dal rumore delle onde e dal vociare dei marinai che si ritrovano davanti alle barche ormeggiate. In molti passano le ore a rammendare le reti, altri a parlare del futuro, tra rabbia e orgoglio.
A raccontare questo momento sospeso, tra sale e speranza, ci pensa anche l’obiettivo del fotografo Francesco Di Ruocco, noto per i suoi scatti intensi che ritraggono da anni i pescatori e i pescherecci di Anzio. Le sue fotografie — visi segnati dal sole, mani callose, sguardi rivolti al mare — restituiscono dignità e verità a un mestiere che è insieme fatica e identità.
Oggi, nel porto di Anzio, il mare sembra essersi fermato. Ma chi lo conosce sa che la calma è solo apparente. Perché, come dicono ad Anzio:
“Il mare può tacere, ma non smette mai di chiamare chi ha il sale nel sangue.”
Anzio, 30 ottobre 2025 – di Elvio Vulcano
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