Economia

Il Viminale a sindaci: doppio cognome senza accordo tra genitori

Famiglia

La circolare del ministero ai prefetti dopo la pronuncia della Consulta che ha dichiarato illegittima l’automatica assegnazione del cognome paterno

Cognome, da oggi si cambia: decade l’automatismo

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Dopo la pronuncia della Corte costituzionale sul doppio cognome, il Viminale con una circolare inviata ai prefetti chiede di sensibilizzare i sindaci affinché forniscano le indicazioni agli uffici di stato civile dei Comuni sulla sentenza entrata in vigore, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 1° giugno 2022. Una decisione storica con la quale la Consulta, il 27 aprile, ha dichiarato illegittima l’automatica assegnazione del cognome paterno, mandando in soffitta un retaggio patriarcale.

Serve un accordo per attribuire un solo cognome

Nella circolare il ministero dell’Interno afferma che la Corte «ha stabilito che il cognome del figlio “deve comporsi con i cognomi dei genitori”, nell’ordine dagli stessi deciso, fatta salva la possibilità che, di comune accordo, i genitori attribuiscano soltanto il cognome di uno dei due». Di conseguenza l’accordo tra i due genitori «è imprescindibile per poter attribuire al figlio il cognome di uno soltanto dei genitori», è detto nella circolare. In mancanza di questo accordo, «devono attribuirsi i cognomi di entrambi i genitori, nell’ordine dagli stessi deciso, e qualora questo ulteriore accordo manchi, come precisa la Corte nella decisione, è necessario l’intervento del giudice».

I primi casi

Nel Salento, a Roma, Milano e Cagliari, nelle scorse settimane, si sono registrati i primi bebè con il doppio cognome. La prima, in assoluto, una bimba, nata il 31 maggio e dimessa il primo giugno dall’ospedale Fazzi di Lecce. Alla piccola è stato assegnato prima il cognome della mamma poi quello del papà. Nella circolare il capo Dipartimento Affari interni e territoriali del Viminale, Claudio Sgaraglia, afferma che «l’ufficiale dello stato civile dovrà accogliere la richiesta dei genitori che intendono attribuire al figlio il cognome di entrambi, nell’ordine dai medesimi concordato, al momento della nascita, del riconoscimento o dell’adozione, fatto salvo l’accordo per attribuire soltanto il cognome di uno di loro soltanto». La pronuncia della Corte riguarda tutti i bimbi che ancora non sono stati dichiarati all’anagrafe. Se non ci sarà l’intesa, come ricorda il Viminale, sull’ordine dei due cognomi la questione sarà risolta dal giudice, il cui intervento è già previsto dall’ordinamento giuridico in tutti i casi di disaccordo su scelte riguardanti i figli.

Una sentenza storica

Redatta da una giudice donna, Elisabetta Navarretta, la sentenza chiarisce le ragioni per le quali l’attribuzione automatica del cognome paterno, che era prevista dall’articolo 262 del Codice civile e da svariate altre norme, è in contrasto con i principi costituzionali e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Quell’automatismo «si traduce nell’invisibilità della madre» ed è il segno di una diseguaglianza fra i genitori, che «si riverbera e si imprime sull’identità del figlio». Il cognome «collega l’individuo alla formazione sociale che lo accoglie» e «si radica nella sua identità familiare», perciò deve «rispecchiare e rispettare l’eguaglianza e la pari dignità dei genitori». Lo stesso, eventuale, accordo fra i genitori per attribuire un solo cognome presuppone una regola che ripristini la parità, poiché senza eguaglianza, spiegano i giudici, mancano le condizioni per un autentico accordo.

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