Un soldato ucraino davanti a un carro armato russo distrutto nei dintorni di Kiev. (AP Photo/Efrem Lukatsky)





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  • sabato 2 Aprile 2022





L’impressione è che voglia concentrarsi sulle aree già occupate, ma potrebbe anche volersi solo riorganizzare










Un soldato ucraino davanti a un carro armato russo distrutto nei dintorni di Kiev. (AP Photo/Efrem Lukatsky)








Tra venerdì e sabato le forze russe si sono ritirate dagli immediati dintorni della capitale ucraina Kiev, in quello che è stato interpretato come un segnale di come la guerra stia cambiando: l’opinione degli analisti è che il governo russo abbia preso atto dei fallimenti ottenuti fin qui e abbia notevolmente ridimensionato i suoi obiettivi in Ucraina, concentrandosi quasi esclusivamente sulla regione del Donbass. In diversi continuano comunque a ritenere che la Russia non si stia ritirando definitivamente, ma che stia prendendo tempo per riorganizzarsi, sistemando i problemi militari e logistici che avevano fermato la sua avanzata, per poi ricominciare.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che le forze russe hanno lasciato mine antiuomo sulle strade che portano alla capitale, ritirandosi, e il suo consigliere Oleksiy Arestovych ha sostenuto che nel frattempo si siano intensificati i bombardamenti e i combattimenti nel sud e nell’est del paese. La Croce Rossa internazionale intanto sta provando nuovamente a organizzare una imponente operazione per evacuare i civili rimasti a Mariupol, città del sudest dell’Ucraina in buona parte già rasa al suolo dai bombardamenti russi. Venerdì erano riuscite a lasciare Mariupol tra le 2mila e le 3mila persone, ma ci sono altri 160mila civili intrappolati: finora i “corridoi umanitari” concordati tra Ucraina e Russia hanno funzionato poco, perché presi di mira dalla Russia nonostante l’esistenza dei cessate il fuoco.