"From the desk of a CEO" - "Dalla scrivania di un Amministratore Delegato"News ultima ora

Le menti forti discutono di idee.Le menti medie discutono di eventi.Le menti deboli discutono delle persone

image_pdfScarica articolo/Blogimage_printStampa articolo/Blog

(citazione spesso erroneamente attribuita a Socrate)

Questa citazione mi è tornata in mente ieri, dopo una conversazione spiacevole con un amico.

L’amico mi ha riferito che una persona che considero da tempo un caro compagno aveva parlato in modo denigratorio di me a un conoscente, qualcuno che, in realtà, sa ben poco di me.

Ciò che è stato detto non era inventato.

I fatti, da un punto di vista tecnico, erano veri.

Ma il modo in cui sono stati riferiti—con enfasi selettiva, omissioni strategiche e un tono carico di insinuazioni—ne ha alterato il senso quel tanto che basta a renderli velenosi.

La verità, quando viene usata come un’arma, può ferire più della menzogna.

E quando serve a minare invece che a chiarire, si trasforma in una forma di tradimento molto più sottile.

Ora mi trovo costretto a riconsiderare il mio rapporto con questa persona.

Non per orgoglio ferito, ma per prudenza.

Questa vicenda da un ulteriore rilievo alla citazione.

Questa viene spesso evocata per riflettere sulla natura delle conversazioni, evidenziando come la loro qualità rifletta la qualità del nostro pensiero.

L’ulteriore dimensione, più profonda, parla di come alcune persone cerchino un senso non attraverso la verità o la comprensione, ma riducendo gli altri.

C’è chi non aspira alla chiarezza, alle idee o al confronto. Trova invece un senso sminuendo gli altri, trasformando vite altrui in moniti o moneta per conversazioni superficiali.

Ridotte a aneddoti o critiche, le persone diventano bersagli comodi. Non serve alcuna forza di pensiero per privare qualcuno della sua complessità.

È più facile, molto più facile, parlare degli altri che confrontarsi con le idee.

Le idee richiedono impegno, apertura e il rischio di mettersi in discussione.

Il pettegolezzo, al contrario, non ha bisogno di null’altro che non un bersaglio.

E le persone, quando sono ridotte a frammenti o giudizi, diventano prede facili.

Non mi aspetto gentilezza universale.

Ma speravo almeno in onestà, o quanto meno in equità, soprattutto da parte di un vecchio compagno.

E forse questa è una delle lezioni più silenziose dell’età adulta: imparare, ancora e ancora, a distinguere tra chi merita la nostra fiducia, e chi invece si guadagna solo una distanza cortese.

Lascia un commento