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Mariupol, scaduto all’alba l’ultimatum dei militari russi. A Kiev suonano le sirene Mosca: «Stermineremo tutti i difensori»

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini

Le notizie di domenica 17 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta. A Mariupol resistenza disperata, Zelensky a Putin: lasciateli andare e trattiamo

La guerra in Ucraina
è arrivata al 53esimo giorno: nemmeno oggi, nel giorno di Pasqua, i cannoni e le armi tacciono.



Mariupol resiste ancora, disperatamente. Mosca ha offerto ai 1.500 difensori superstiti, intrappolati nell’acciaieria Azovstal, di deporre le armi alle 6 del mattino e avere salva la vita. L’ultimatum è scaduto.





• Il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che l’esercito di Mosca ha abbattuto nella zona di Odessa un aereo militare ucraino carico di armi fornite dai Paesi occidentali.

• Il «Centro di controllo» di Kiev, ossia il bunker da cui lavora il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo gli esperti potrebbe essere l’obiettivo delle forze russe per vendicarsi dell’attacco e perdita dell’incrociatore Moskva.


• Il ministero degli Interni ucraino ha diffuso alcune immagini di ordigni nascosti dai soldati russi in ritirata dalle regioni di Kiev e Chernihiv: posizionati dai sacchetti della spesa ai cestelli della lavatrice, pronti a esplodere a distanza di tempo uccidendo i civili che piano piano stanno tornato alle proprie abitazioni.



Ore 8.30 – L’operazione di sbarco che la Russia sta preparando


L’esercito russo starebbe preparando un’operazione di sbarco in Ucraina, secondo quanto dichiarato dallo Stato maggiore ucraino nel suo ultimo bollettino.

«Le unità dell’810a e della 155a brigata della Marina separata» di Mosca «sono in preparazione per l’operazione di sbarco. Le informazioni sono attualmente in fase di chiarimento». Le forze armate ucraine sottolineano anche come le unità russe «hanno notevoli problemi di sicurezza» ma «sono state in grado di accumulare scorte significative di munizioni».

Secondo lo Stato maggiore, inoltre, «cresce l’insoddisfazione del personale nelle unità degli occupanti sulla linea di contatto diretto e la condizione morale e psicologica resta bassa. L’esercito russo si lamenta costantemente della mancanza di rotazione, dell’equipaggiamento costantemente guasto, della qualità del carburante e del cibo».

Ore 8.20 – La morte di un altro generale russo


La Russia ha perso sul campo in Ucraina un altro generale, secondo quanto rivelato da fonti russe: si tratterebbe di Vladimir Frolov, vicecomandante dell’ottava armata del distretto meridionale, le cui truppe hanno combattuto nell’assedio di Mariupol. Il generale — secondo quanto rivelato dal governatore della regione di San Pietroburgo, Aleksander Beglov, citato dall’agenzia russa Ria Novosti — è stato sepolto ieri a San Pietroburgo dopo essere morto in battaglia.

Nelle scorse settimane, la Russia ha perso non solo un numero altissimo di soldati (le fonti ucraine parlano di oltre ventimila morti tra i militari di Mosca) ma anche una quota spropositatamente alta di generali.

Ore 8.10 – «Le bandiere bianche, quelle rosse: così Mariupol dovrà arrendersi»


«Ai combattenti ucraini e ai mercenari stranieri ancora presenti a Mariupol, è ordinato di cessare le ostilità e deporre le armi entro oggi. A tutti coloro che depongono le armi è garantita la vita». A spiegarlo è stato il generale russo Mikhail Mizintsev, che ha fornito anche i dettagli di come dovrà funzionare la resa: la parte russa isserà le bandiere rosse, gli ucraini quelle bianche «tutto intorno al perimetro dell’Azovstal» in segno di rispetto del cessate il fuoco. Poi, tutte le unità ucraine saranno autorizzate a ritirarsi dall’area «senza armi o munizioni». Mizintsev ha anche invitato tutte le forze ucraine a deporre le armi, avvertendole di non «sfidare il destino» e assicurando che saranno rispettate «tutte le norme della Convenzione di Ginevra per il trattamento dei prigionieri di guerra».

Ore 8.00 – Cosa vuole la Russia, dall’Ucraina


La risposta a questa domanda resta, al momento, oggetto di speculazioni: Mosca punta a occupare il Paese? A rovesciarne il governo? Si fermerà al Donbass?

Ora il governo britannico — nel suo consueto bollettino militare quotidiano — prova a fornire una risposta: che ha a che fare con il posizionamento del governo di Kiev nei confronti dell’Occidente.

Le forze russe — scrive il ministero della Difesa britannico — continuano a ridispiegare equipaggiamento di sostegno e combattimento dalla Bielorussia verso l’Ucraina orientale, tra cui le zone vicine a Kharkiv e Severdonetsk. Ma nonostante le operazioni russe si siano spostate a Est, «l’obiettivo finale di Mosca rimane lo stesso: costringere l’Ucraina ad abbandonare il suo orientamento euro-atlantico e a riaffermare il suo predominio regionale».

Ore 7.45 – Presto un’offensiva russa «su larga scala»


Fino a pochi giorni fa, il Pentagono era certo che l’offensiva della Russia contro il Donbass sarebbe scattata presto — ma i tempi dell’attacco erano ancora poco chiari. Oggi le informazioni che circolano sui media statunitensi restringono l’orizzonte temporale di questo attacco: secondo fonti di alto livello del ministero della Difesa Usa, la Federazione russa potrebbe dare il via tra oggi e l’inizio della prossima settimana. Si tratterebbe di una accelerazione rispetto ai tempi tecnici stimati dagli esperti militari, su cui potrebbe pesare l’esigenza politica di una qualche forma di «vittoria» entro il 9 maggio, giornata in cui la Russia celebra la vittoria nella Seconda guerra mondiale.

Ore 7.30 – L’ultimatum a Mariupol è scaduto


La Russia ha detto alle forze ucraine che resistono, ancora, a Mariupol — città che resiste, da decine di giorni, ad assalti brutali da parte dell’esercito di Mosca — di lasciare le armi, e di arrendersi, se vogliono avere salva la vita. L’ultimatum è scaduto, senza che ci fosse notizia di una resa.

Secondo quanto comunicato da Mosca, la Russia ha preso il controllo della città portuale, la cui importanza strategica non può essere sovrastimata — tranne che per una «ridotta» delle forze ucraine, l’acciaieria Azovstal.

Se Mariupol cadesse, sarebbe la prima grande città a finire in mano russa dall’inizio dell’invasione, il 24 febbraio.

Ore 7.15 – Le parole di Mario Draghi, al Corriere, sull’Ucraina


Mario Draghi ha parlato con il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, nella prima intervista da quando è arrivato al governo. E una gran parte del colloquio è dedicata alla situazione in Ucraina. Draghi rivendica la decisione di continuare a inviare armi all’Ucraina («Presa quasi all’unanimità in Parlamento»), perché «i termini della questione sono chiari: da una parte c’è un popolo che è stato aggredito, dall’altra parte c’è un esercito aggressore». Non inviare armi «equivarrebbe a dire loro: arrendetevi, accettate schiavitù e sottomissione»). Parla delle sue telefonate con Vladimir Putin («Comincio a pensare che abbiano ragione coloro che dicono: è inutile che gli parliate»), delle sanzioni, dei sacrifici che anche l’Italia sarà chiamata ad affrontare. L’intervista integrale al presidente del Consiglio è qui.

Ore 5.43 – Sirene in tutto il Paese


Le sirene d’allarme antiaeree stanno risuonando stamattina in quasi tutte le regioni dell’Ucraina, secondo quanto riporta il Kyiv Independent

Ore 02.55 – Le accuse di genocidio ai russi


«La Russia in Ucraina sta commettendo un genocidio. Non uccidono soldati, uccidono civili». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un’intervista alla Cnn che andrà in onda in versione integrale alle 9 di domenica (le 15 in Italia). «Abbiamo prove audio e video in cui si sentono i russi dire che ci odiano e che ci distruggeranno», ha detto ancora Zelensky nelle anticipazioni trasmesse dalla all news americana

Ore 01.20 – Arrivano le armi Usa a Kiev


Le prime armi dell’ultimo pacchetto da 800 milioni di dollari di aiuti militari forniti dagli Stati Uniti a Kiev «sono iniziate ad arrivare». Lo ha riferito un funzionario della Casa Bianca alla Cnn. Venerdì il Pentagono aveva annunciato che le prime armi sarebbero arrivate entro 24 ore. In questo nuovo pacchetto di aiuti militari gli Stati Uniti hanno inserito, per la prima volta, armi ad alta potenza tra le quali 11 elicotteri Mi-17, 18 obici e altri 300 droni `kamikaze´ Switchblade.

Ore 00.40 – Le intercettazioni radio dei russi


«Data la situazione disperata che si è venuta a creare nello stabilimento metallurgico Azovstal, e guidate da principi umanitari, le forze armate russe offrono ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri di fermare le ostilità e deporre le armi alle 6 ora di Mosca del 17 aprile. In cambio delle armi sarà loro risparmiata la vita», si legge nella nota riportata dalla Tass. Per attuare questa «operazione umanitaria», Mizintsev propone una tabella di marcia: dalle 5 ora di Mosca «viene stabilita una comunicazione continua tra la parte russa e quella ucraina per lo scambio reciproco di informazioni; dalle 5:30 ora di Mosca viene annunciata la «modalità silenzio completo»; alle 6 ora di Mosca «entrambe le parti alzeranno le bandiere (da parte russa rossa, da parte ucraina bianca), su tutto il perimetro dell’Azovstal». Dalle 6 alle 13 ora di Mosca tutte le unità armate ucraine e dei mercenari stranieri dovranno lasciare l’acciaieria «senza armi e munizioni, senza eccezioni». La «situazione disperata» a cui fa riferimento Mizintsev sarebbe, in particolare, quella – sottolinea alla Tass il ministero della Difesa russo – rivelata delle comunicazioni tra i difensori di Mariupol e il governo di Kiev. I primi avrebbero chiesto alle autorità di Kiev il permesso di arrendersi – dice il capo degli assedianti russi – «ma in risposta sono minacciati di esecuzioni». I russi avrebbero intercettato le comunicazioni radio (367 solo nelle ultime 24 ore) in cui i resistenti lamenterebbero una situazione disperata all’interno dell’acciaieria, dove sarebbero ormai esaurite le riserve di cibo e acqua, secondo le fonti russe.

Ore 00.01 – Ultimatum russo a difensori Mariupol: «Resa entro alba»


Le forze russe hanno offerto ai 1.500 difensori superstiti di Mariupol, intrappolati nell’acciaieria Azovstal, di deporre le armi alle 6 del mattino di Mosca (le cinque in Italia) e avere salva la vita. Lo afferma in una nota, riporta Tass, il capo del Centro di controllo della difesa nazionale della Federazione russa, il colonnello generale Mikhail Mizintsev. «Data la situazione catastrofica che si è sviluppata nello stabilimento metallurgico Azovstal, e anche guidate da principi puramente umani, le forze armate russe offrono ai militanti dei battaglioni nazionalisti e ai mercenari stranieri bloccati a Mariupol di cessare le ostilità e deporre le armi dalle 06:00 ora di Mosca di domenica, garantendo loro la conservazione della loro vita», si legge nella nota. Il Cremlino sostiene che gli ultimi difensori di Mariupol, i marines e i combattenti del reggimento Azov assediati nell’acciaieria Azovstal, siano rimasti senza cibo e acqua e che avrebbero chiesto al governo ucraino il permesso di arrendersi: cosa che gli sarebbe stata negato.

17 aprile 2022 (modifica il 17 aprile 2022 | 08:29)

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