Abbigliamento

Mirko Tomei e il bustier come capo iconico di una femminilità senza tempo

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Ultimamente lo stilista Mirko Tomei ha “aperto” via social le porte del suo atelier permettendo ai follower di scoprire qualcosa in più del suo mondo e della fase artistica che porta alla nascita delle sue speciali creazioni.
«Mi sto concentrando su dei pezzi che in qualche modo hanno a che fare molto con la mia
idea di femminilità, ben tradotta dal bustier declinato in tutte le sue possibilità, unito poi a pezzi che lo vanno a incorniciare, che possono essere dei blazer o delle giacche, dei tuxedo, delle gonne molto importanti» – racconta – «Quella del bustier è una costrizione scelta, che in qualche modo determina la femminilità e la sensualità. Una scelta che può essere di grande stile e non di cattivo gusto».

«Credo che il primo capo che ho disegnato e fatto cucire da una sarta fosse proprio un bustier nero: me lo ricordo perfettamente, nelle forme, anche nei materiali. Il bustier mi ha accompagnato nel tempo e ho portato con me questo capo in tutte le mie collezioni, in tantissimi progetti, proprio perché fu lui ad ispirarmi l’amore per la moda» – ricorda Mirko – «La sfida di oggi è probabilmente quella reinserire questo capo nel guardaroba delle donne, spogliandolo della sua forma più anacronistica o storicizzata e conferendogli un look assolutamente contemporaneo».

E sottolinea: «Ci sono lavorazioni che si possono realizzare quasi esclusivamente in modo artigianale perché richiedono una manualità e un’attenzione che è quasi impossibile raggiungere a livello industriale e questo è un altro pregio di questo tipo di lavoro. Si può anche pensare al bustino come ad un valido accessorio quando, ad esempio, raccoglie capi voluminosi cingendo solo la vita».

Poi sulle tendenze attuali aggiunge: «È arrivato il momento di ripulire e di ritrovare una certa sobrietà, che non vuole dire non essere erotici. Anch’io, per le mie creazioni, sto facendo questo tipo di discorso: tutto viene riletto, ripulito, viene data più importanza al materiale che di per sé crea un’atmosfera. Sto parlando, per esempio, del mikado, del duchesse, del taftà e del tulle. Sto girando intorno a questo mondo (non tralasciando comunque dettagli e decorazioni), ma anche a quello dell’illustrazione e del disegno che, volente o nolente, è il primo step del processo creativo di una collezione».

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