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Pasqua da boom, a Venezia arriva l’obbligo di prenotazione

A Pasqua sono stati 140mila, lunedì quasi centomila: sono numeri che hanno schiacciato una volta di troppo il centro storico di Venezia, facendo gridare “al delirio” già la mattina di sabato il capo della Polizia municipale, Marco Agostini. Una massa ingestibile e caotica che ha imposto in queste ore, dopo i molti annunci, una svolta radicale nella politica di accoglienza turistica della città. E mentre le cronache registrano il ritorno delle grandi folle di turisti in tante città italiane, da Roma a Firenze, con i gitanti tornati a prendere d’assalto monumenti e musei, per il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, i tempi sono maturi per pensare seriamente, già ora, ad un contingentamento degli arrivi. Entro l’estate partirà l’obbligo di prenotazione per chi giunge in laguna; poi dal prossimo anno si passerà al ticket.

   

“E’ la strada giusta e oggi l’hanno capito in tanti”, sostiene. L’idea del sindaco è di arrivare entro un paio di mesi ad una piattaforma informatica che registrerà i nominativi di chiunque intenda accedere a Venezia, veneti compresi.

    Inizialmente non sono previste sanzioni, ma sconti e incentivi per chi prenoterà. “Saremo i primi al mondo in questa difficile sperimentazione”, dice Brugnaro. I residenti della Città metropolitana saranno esentati da qualunque contributo. L’obiettivo è di sapere sempre, in tempo reale, quante persone gravitano contemporaneamente tra le calli e i campi del centro storico, “Una rivoluzione – fa notare l’assessore al turismo Simone Venturini – oggi succede per i musei, ma nessuna città lo fa. Partiamo in via sperimentale, perché saranno necessari aggiustamenti, integrazioni, lo sappiamo già, ma è l’unica strada possibile”. I numeri in mano del Comune fanno capire quanto la situazione sia insostenibile: a fronte di meno di 40mila residenti che hanno trascorso le festività a casa, l’incrocio dei dati delle celle telefoniche testimonia che hanno dormito venerdì notte tra il Lido e il centro storico 101mila persone. Senza contare, ovviamente, il turismo pendolare, scaricato da pullman e treni, che si aggira in città pur senza soggiornarvi.

A chiedere che dalle parole ora si passi ai fatti è lo stesso presidente del Veneto, Luca Zaia. “Da noi i turisti sono sempre bene accetti e non sono un problema, ma su Venezia si riapre il dibattito, come ogni primavera, sulla gestione degli accessi – osserva – . Si dibatte da troppo e bisogna intervenire, non possiamo incorrere in effetti negativi per la città”. E aggiunge: “la visita a Venezia deve essere garantita a tutti a prescindere dalla classificazione e dal censo, ma la prenotazione deve esserci”.

    Schierata con il comune è Confesercenti. “Condividiamo la proposta dell’assessore Simone Venturini sul cominciare da subito con la prenotazione come strumento incentivante del turismo di qualità, e non come un obbligo – sottolinea Emiliano Biraku, vice presidente Confesecenti Metropolitana Venezia Rovigo e Chairperson del tavolo regionale sul Turismo Digitale -. Siamo disponibili a partecipare al tavolo di lavoro e portare il nostro contributo sulla riorganizzazione dell’offerta turistica”.

    Nel weekend pasquale, intanto, sono tornati a fare il pieno anche i musei delle città d’arte, a cominciare dagli Uffizi che con 75.700 visitatori ha addirittura superato del 6% i numeri della Pasqua 2019, quando il turismo era in piena espansione e non si immaginava nemmeno l’arrivo dell’incubo Covid. Folla a Torino, al Museo Egizio, dove da venerdì a ieri sono stati staccati 18.643 biglietti, un dato che si avvicina ai 21.750 del 2019. Pienone a Napoli e nella capitale, entrambe sommerse dai turisti, come pure a Ferrara, con 10 mila visitatori entrati nei luoghi della cultura cittadina. A Venezia, dove il 23 apre al pubblico la Biennale d’Arte, è tutto un brulicare di mostre, iniziative, eventi che promettono ulteriori folle. La pandemia sembra archiviata, è il momento di ripensare al futuro.

   

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