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Perché si parla delle dimissioni di papa Francesco

Da alcuni giorni sui media italiani e internazionali si sta parlando della possibilità che nei prossimi mesi papa Francesco si dimetta. Sono al momento soltanto supposizioni non sostenute da nessuna fonte ufficiale e vanno prese quindi con estrema cautela, ma ci sono alcuni elementi che hanno spinto analisti ed esperti di Chiesa Cattolica a prenderle quanto meno in considerazione.

Si discute della remota possibilità che il papa si dimetta soprattutto per via di un insieme di circostanze concomitanti, tra cui le sue condizioni di salute, la nomina di 21 nuovi cardinali e la decisione di partecipare alle simboliche celebrazioni della “Perdonanza” dell’Aquila, come nessun papa aveva mai fatto prima di lui.

Papa Francesco ha 85 anni e il suo pontificato è iniziato nel 2013 dopo che il suo predecessore Benedetto XVI aveva deciso di ritirarsi a vita privata a causa dell’età avanzata. Le dimissioni di Benedetto XVI furono sorprendenti perché solo una volta prima di lui un papa aveva fatto lo stesso, ovvero Celestino V, nel 1294. Papa Francesco ha più volte negato di avere intenzione di fare come Benedetto XVI, l’ultima volta lo scorso settembre, ma quanto avvenuto ultimamente ha alimentato nuove ipotesi al riguardo.

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Innanzitutto ci sono le sue condizioni di salute, che negli ultimi mesi sembrano essere peggiorate. Da inizio maggio partecipa spesso alle udienze pubbliche seduto su una sedia a rotelle, a causa di un persistente dolore al ginocchio destro che da mesi non gli permette di stare in piedi a lungo. È un problema fisico chiamato gonalgia che capita comunemente con l’avanzare dell’età, ma che si aggiunge ad altri problemi avuti nei mesi passati. Lo scorso luglio era stato operato per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, cioè un restringimento di uno dei tratti finali dell’intestino dovuto all’infezione di piccole sacche che si formano nella sua parete, i diverticoli.

Secondo alcune indiscrezioni riportate dai giornali, durante l’assemblea dei vescovi italiani tenuta il 24 maggio – in cui l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi è stato nominato nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) – papa Francesco avrebbe parlato dei problemi al ginocchio confidando di non sapere se dovrà sottoporsi a un intervento chirurgico e di temere effetti indesiderati dell’anestesia, come sarebbe successo dopo l’intervento del luglio scorso. Il Vaticano non ha dato conferme al riguardo.

A far discutere della possibilità che si dimetta, oltre alle sue condizioni di salute, c’è il fatto che la scorsa settimana papa Francesco ha annunciato la nomina di 21 nuovi cardinali, che avverrà formalmente il prossimo 27 agosto. Di questi 21 cardinali, 16 avranno meno di 80 anni e quindi potrebbero partecipare a un conclave per l’elezione di un nuovo papa (i cardinali con più di 80 anni infatti non hanno diritto di voto).

Peraltro quest’elezione aumenterebbe considerevolmente il numero di cardinali eletti da papa Francesco in un eventuale conclave, rispetto a quelli eletti in passato da Benedetto XVI e da Giovanni Paolo II: ci sarebbero infatti 83 cardinali elettori scelti da papa Bergoglio, contro 38 scelti da Ratzinger e 11 da Wojtyła. È una decisione, insomma, che aumenterebbe il peso “politico” di papa Francesco nella Chiesa cattolica e che permetterebbe di eleggere un successore che ne segua la linea riformista adottata finora nel suo pontificato.

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C’è infine un altro fatto che ha contribuito a far parlare delle sue dimissioni, benché sia soprattutto simbolico: nei giorni scorsi papa Francesco ha annunciato che il 28 agosto andrà all’Aquila, in Abruzzo, per partecipare a un evento religioso molto sentito in città, chiamato “Perdonanza”, istituito proprio da Celestino V.

Durante il suo breve pontificato, durato circa quattro mesi, Celestino V emanò una bolla papale con la quale concesse l’indulgenza plenaria a chiunque fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila, che lui stesso aveva fatto costruire prima di essere eletto papa e dove è sepolto.

Quella bolla, chiamata anche “Bolla del perdono”, anticipò di sei anni il primo giubileo della storia, e ogni anno da allora viene ricordata e celebrata in città durante la “Perdonanza”. All’evento partecipa di solito un cardinale, ma mai dal 1294 aveva partecipato un papa. Il fatto che papa Francesco vada a rendere omaggio a un evento religioso istituito da Celestino V è stato interpretato da alcuni come un gesto simbolico per il futuro del suo pontificato.

Come detto, per ora queste sono solo speculazioni, ma secondo quanto detto ad Associated Press da Christopher Bellitto, storico della Chiesa presso la Kean University, nel New Jersey, la maggior parte dei vaticanisti si aspetta che papa Francesco alla fine si dimetterà, anche se non prima della morte di Benedetto XVI. «Non permetterà che ci siano due ex papi in giro», ha detto Bellitto che ha anche sottolineato come la basilica di Collemaggio fosse stata visitata già da Benedetto XVI nel 2009 dopo il terremoto che aveva colpito quell’anno la città, anche se non durante la Perdonanza. Allora però nessuno aveva ipotizzato che quella visita avesse un qualche significato simbolico.

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