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Pugile ucciso, si costituisce l’omicida Era ricercato e temeva vendette

di Fulvio Fiano

È un 20enne italiano di origine maghrebine il responsabile dell’assassinio di Leonardo Muratovic, la polizia era sulle sue tracce. È stato accompagnato dal fratello in una stazione dei carabinieri e trasferito in commissariato ad Anzio per essere interrogato

È durata poco meno di tre giorni la fuga dell’assassino di Leonardo Muratovic, il 25enne di Aprilia accoltellato a morte nella notte tra sabato e domenica sul lungo mare di Anzio. Un 20enne si è costituito ieri sera presso i carabinieri della stazione Gianicolense a Roma. La squadra mobile e il commissariato locale avevano individuato un gruppo di cinque persone che a vario titolo sarebbero coinvolte nell’omicidio da lì stavano stingendo il cerchio sull’omicida facendo terra bruciata attorno alla sua rete di conoscenti e amici. Con il 20enne c’era suo fratello che dai primi riscontri sembrerebbe estraneo alla vicenda. Sarebbe stato lui a convincere il ragazzo a consegnarsi, non avendo possibilità di fuga e nel timore di vendette tra gli amici di Muratovic. Si tratta di due giovani di origini maghrebine ma nati in Italia e come Muratovic residenti ad Aprilia. Una folla si è radunata all’esterno del commissariato di Anzio appena si è diffusa la notizia. Ragazzi e ragazze, amici della vittima, che stavano partecipando a una veglia funebre sul luogo del delitto deponendo mazzi di fiori, candele e lasciando volare in cielo alcune lanterne cinesi.

Il padre del pugile dilettante nella categoria «medi», origini croate ma italiano di nascita, ha accoltellato domenica due bodyguard del locale La Bodeguita mentre attendevano di essere interrogati in commissariato ed è stato arrestato per duplice tentato omicidio. Muratovic in passato era stato coinvolto in episodi simili, venendo segnalato all’autorità giudiziaria. La «frizione» scaturita nell’accoltellamento sarebbe scoppiata con l’altro gruppo in modo casuale (non si erano dati appuntamento e basti pensare che Muratovic era in compagnia della ragazza e di un amico con la sua fidanzata) ma sulla base di precedenti rancori. Anche per questo i buttafuori avrebbero provato a spegnere sul nascere la questione, inviando i due gruppi a lasciare il Bodeguita. Pochi passi più in là, però, la lite è ripresa, stavolta in modo violento e mortale.

Mentre proseguono le indagini, l’omicidio ha riacceso i fari sulla criminalità che imperversa lungo il litorale a sud di Roma. Se la «colonizzazione» della ‘Ndrangheta è fotografata dai 65 arresti dell’operazione Tritone di pochi mesi fa. Il deputato di Leu, Stefano Fassina, in una interrogazione parlamentare chiede alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, iniziative mirate a contrastare questi fenomeni.

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

19 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 01:30)

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