7 Novembre 2025

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Recensione: Lucio Fontana spiegato a mia nonna: Perchè i tagli sono opere d’arte di Davide uria

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“Lucio Fontana spiegato a mia nonna: Perché i tagli sono opera d’arte” di Davide Uria è un viaggio attraverso mondi creativi, dall’arte di Fontana e dei suoi celebri tagli fino a confronti con artisti come Damien Hirst, Alberto Burri, Yves Klein, Marcel Duchamp, Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Caspar David Friedrich, Daniel Santoro, Luis Fernando Benedit, Giorgio De Chirico, Piero della Francesca e Caravaggio.
Tra pittura, filosofia e poesia, l’autore mescola epoche e visioni, trasformando ogni pagina in una conversazione sull’arte e sul senso della vita.

Passando da Borges a Leopardi, il libro mostra come l’arte sia un dialogo senza tempo: non è mai una risposta semplice o definitiva, ma un’infinita serie di domande. Ogni artista contribuisce con la propria visione, aprendo porte verso nuove realtà e mettendo in discussione ciò che credevamo di sapere.

I tagli di Fontana non sono soltanto fenditure sulla tela, ma vere e proprie aperture verso un’infinità di significati. L’arte, in tutte le sue forme, non si limita a rappresentare ciò che vediamo: ci invita a vedere oltre, a interrogarci e a meravigliarci.

L’arte contemporanea, che spesso ci lascia perplessi, è in realtà uno specchio della società, testimone delle sue inquietudini, dei suoi sogni e delle sue contraddizioni. Non è solo provocazione, ma una finestra aperta su mondi interiori, su emozioni che non possiamo esprimere soltanto a parole.

L’arte è un invito a guardare il mondo da prospettive diverse, a scoprire che ogni taglio, ogni pennellata, ogni colore può aprirci a nuovi significati. E mentre la società cambia, l’arte rimane un testimone della nostra evoluzione, un linguaggio universale che ci connette, ci sfida e ci ispira.

Alla fine del viaggio, comprendiamo che l’arte non appartiene ai musei o ai critici, ma a chiunque abbia il coraggio di fermarsi e guardare. Come i tagli di Fontana, ci invita ad attraversare la superficie delle cose, a cercare lo spazio nascosto dietro l’apparenza e a scoprire che la vera opera d’arte, forse, è il nostro sguardo che cambia.

Nel panorama dei saggi divulgativi sull’arte contemporanea, questo libro si distingue per freschezza, ironia e umanità. Uria costruisce un dialogo immaginario con la nonna, simbolo di tutti coloro che, di fronte a un “taglio” sulla tela, si chiedono sinceramente: “Ma questa è arte?”

Con linguaggio chiaro e tono affettuosamente ironico, l’autore accompagna il lettore attraverso il pensiero di Fontana, fondatore dello Spazialismo. Non si limita a spiegare i celebri tagli, ma mostra come dietro quel gesto apparentemente semplice si nasconda un’intera rivoluzione: l’apertura dello spazio, il superamento della tela come limite e la nascita di un nuovo modo di percepire l’arte e il mondo.

Il libro riesce in un compito difficile: rendere accessibile l’arte contemporanea senza banalizzarla. Ogni capitolo si legge con il sorriso, ma lascia anche spazio alla riflessione. L’approccio divulgativo non rinuncia alla profondità: si percepisce la passione dell’autore e la sua capacità di trasformare concetti teorici in immagini quotidiane e familiari.

A rendere il volume ancora più piacevole è la sua dimensione narrativa: non è un saggio freddo o accademico, ma una chiacchierata vivace, piena di aneddoti, battute e intuizioni. In fondo, Uria ci ricorda che capire l’arte non è questione di conoscenze tecniche, ma di curiosità e apertura mentale.

Ideale per chi desidera avvicinarsi all’arte contemporanea senza timore, per studenti, appassionati e curiosi che vogliono comprendere il senso dei gesti artistici più iconici senza dover avere conoscenze tecniche. È perfetto anche per chi ama riflettere sulla filosofia, sulla poesia e sulla storia dell’arte, oppure per chi cerca un libro capace di stimolare la curiosità e l’immaginazione, trasformando la lettura in un vero e proprio viaggio creativo.

A cura di Natalia Danioni