STORIE: fare della fotografia una professione sfruttando i social network (e diventare la fotografa delle spose 2.0)

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Non so se esiste un periodo preferito per le proposte di matrimonio, certo è che l’estate è la stagione più scelta dagli sposi di tutto il mondo per convolare a nozze. Sarà per questioni metereologiche – gli acquazzoni possono sempre verificarsi ma, diciamocelo, le probabilità sono nettamente inferiori che in inverno – sarà per ragioni di look – la sposa non deve indossare giacche, boleri o orrendi pellicciotti per proteggersi dal freddo né mttere stelle di Natale nell’addobbo e agli invitati è reso più facile trovare l’abbigliamento giusto – o sarà perché in estate si può festeggiare all’aperto ed è sempre tutto più bello, fatto sta che oggi sono migliaia le spose che, solo in Italia, stanno organizzando il proprio matrimonio.

E se per l’abito deve scattare la scintilla, se alle fedi pensa il testimone, se per le scarpe ci si può concedere una follia e le per bomboniere è sempre una guerra, per il fotografo del matrimonionon sono accettati errori. Il cantastorie dei matrimoni deve entrare in sintonia con gli sposi, esserci ma non invadere la privacy, deve raccontare senza dirigere la scena, deve immortalare senza alterare la spontaneità; così se appartenete a quelle migliaia di coppie che stanno organizzando il proprio matrimonio e siete ancora alla ricerca di un fotografo, vi potrebbe tornare utile la chiacchierata che ho fatto con Margherita Calati, giovane fotografa che grazie ai social network si è fatta conoscere e a cui in tanti hanno affidato il racconto del proprio matrimonio. (QUI il sito sito ufficiale)

Domanda di rito ed utile premessa: Come sei passata dalla prima macchina fotografica utilizzata per le gite scolastiche o le vacanze all’ultimo obiettivo che hai acquistato per un servizio fotografico su commissione?
«A differenza di molti professionisti, io non ho mai avuto l’hobby o l’ossessione della fotografia quando ero più piccola, è un amore nato e cresciuto in relativamente poco tempo! In casa mia sono sempre girate tante macchine foto, diapositive di viaggi e stampe sparse sulle pareti. Ma tutto questo non mi ha mai toccata più di tanto, finchè ho iniziato l’università (architettura per la precisione). Mentre mi rendevo conto che quella non era proprio la mia strada, ho provato a frequentare un corso di fotografia. E lì è scattato qualcosa, lì ho iniziato a portarmi la mia Nikon sempre dietro, a immortalare tanti dettagli e qualche ritratto. E letteralmente il giorno dopo la mia laurea ho iniziato a ritrarre persone, amiche e amiche-di-amiche che si sono prestate a farmi da cavie. Dopo pochissimo tempo, complice la potenza di facebook, ho iniziato ad avere come prime clienti tantissime ragazze da tutto il Piemonte. Non so dire con esattezza quando ho deciso che questo sarebbe stato il mio lavoro vero, ma ricordo con emozione il giorno in cui ho aperto la mia partita iva, terrorizzata all’idea di affrontare in modo così netto e ufficiale la realtà! Però è stato allora che ho capito che questa era la vita fatta per me, e ancora adesso (anche se di anni ne sono passati pochi) so che la fotografia può essere l’unico lavoro possibile per me, l’unico che mi farebbe fare follie come andare a Roma in giornata “solo” per immortalare una splendida ragazza nella sua splendida gonna in un magico tramonto. (ndr Margheruta si riferisce alle foto che mi ha scattato QUI con la splendida gonna Alberta Ferretti).»

Il tuo pezzo forte sono i matrimoni. Non i classici reportage chiesa-ristorante-foto con i parenti, ma uno storytelling emozionante e suggestivo con influenze che provengono da oltreoceano, dove i servizi da matrimonio hanno un’identità completamente diversa da quella italiana. Cosa distingue il tuo lavoro da quello di un classico fotografo da cerimonia?
«Mi fa sempre molto piacere quando qualcuno nota nel mio un modo diverso di fotografare i matrimoni! Questo perché io ho sempre odiato le foto di matrimonio, trovandole noiose, finte e dozzinali. Finchè non mi si è aperto un mondo: Pinterest. Da lì ho scoperto che all’estero c’è un modo tutto diverso di vivere il giorno delle nozze, e quindi anche di fotografarlo. E’ da qui che traggo tantissima ispirazione, dalla miriade di immagini che si trovano in rete e che provengono da real wedding o styled shoot americani, inglesi e anglosassoni in generale. Anche se l’ispirazione più grande faccio sempre in modo sia la coppia con cui condivido la giornata: ogni matrimonio ha una sua storia, anzi è una storia. E faccio il possibile perché questa venga fuori dalle foto. Non voglio le pose perfette a tutti i costi, ma cerco la luce giusta e la genuinità. Ai miei matrimoni sto in disparte, cerco di non farmi mai notare mentre fotografo dettagli e sorrisi rubati, che sono poi quelli più sinceri e fotogenici. Infine mi concentro moltissimo sulla post produzione, che ritengo sia una fase imprescindibile nel processo fotografico. Ci metto ore, giorni, settimane a terminare un lavoro di matrimonio ma alla fine ho la soddisfazione di non consegnare ai miei sposi nemmeno un provino ma solo fotografie FINITE!»

Quanto i social network contribuiscono alla diffusione, pubblicità e ai contatti con i clienti nel tuo lavoro? Come consigli di utilizzarli?
«I social network sono fondamentali, vitali per me! La quasi totalità di richieste lavorative mi arriva infatti direttamente da facebook o tramite inserzioni e promozioni che pubblicizzano la mia pagina professionale sul web. Penso che per chi come me svolge libere professioni poco strutturate investire sui social sia la scelta migliore. Facebook per le aziende funziona perfettamente, periodicamente attivo campagne promozionali mirate e i risultati in termini di visibilità e contatti arrivano sempre puntuali. Cerco di aggiornare quotidianamente le mie pagine, “instagrammare” e “twittare” spesso e, anche se può sembrare una perdita di tempo o una dipendenza poco salutare, bisogna rendersi conto che è questa la nuova strada della pubblicità!»

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in foto Margherita Calati

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foto di Margherita Calati

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