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Tetragonauti: cento giorni in mare per imparare ad aprire i propri orizzonti di vita

Salpare l’ancora per lasciarsi alle spalle una vita difficile e aprire l’orizzonte a nuove possibilità. È quanto sta capitando in questi giorni al gruppo di adolescenti che hanno preso parte al progetto “A Scuola per Mare“, promosso dall’Associazione I Tetragonauti. Ottantacinque giorni in mare, su una bellissima barca a vela di 22 metri che si chiama Lady Loren, capace di ospitare comodamente dalle 12 alle 14 persone. Niente cellulare, se non per un’ora al giorno. Solo vita da marinai, polmoni spalancati all’aria carica di iodio e un orizzonte nuovo davanti, infinito come le possibilità di vita che ragazzi tra i 15 e i 18 anni hanno diritto di avere. “Si tratta di gruppi misti di adolescenti che ci vengono segnalati dai Servizi Sociali e dai Centri per la Giustizia Minorile – spiega il presidente dei Tetragonauti Gabriele Gaudenzi -, ragazzi tanto giovani quanto sfortunati, che hanno alle spalle un passato difficile e che, soprattutto, non sanno di poter ancora sperare in un futuro migliore. Per loro creiamo delle comunità naviganti che, mediamente, trascorrono in mare 100 giorni. Giriamo il Mar Tirreno e ci fermiamo nei porti, dove ad attenderci ci sono Associazioni del territorio con cui collaboriamo e che offrono ai nostri ragazzi esperienze formative e professionalizzanti. Nel corso della navigazione, per una settimana-dieci giorni ospitiamo a bordo anche giovani disabili, persone con di sindrome di Down, disabilità intellettiva relazionale, oppure ipovedenti e ciechi. La convivenza porta sempre vantaggio reciproco”.

La barca a vela Lady Loren, dove i ragazzi del progetto “A scuola per mare” trascorreranno gli 85 giorni di navigazione

Gaudenzi era un educatore di adolescenti della periferia di Milano, ma anche uno sportivo e un insegnante di educazione fisica, già tecnico del Comitato Paralimpico impegnato nello sport per persone con disabilità. “Insieme a Marco Spagna – racconta a Luce! -, un imprenditore ipovedente mio caro amico, con cui condivido la passione per il mare e per la montagna, abbiamo pensato che sarebbe stato bello mettere a disposizione di giovani disabili una barca a vela, per dotarci di uno strumento educativo particolarmente efficace e, allo stesso tempo, fuori dagli schemi. Da subito il progetto ha coinvolto anche gli adolescenti in difficoltà, ma da principio le traversate erano separate. Invece, da dieci anni a questa parte, organizziamo anche navigazioni integrate, con risultati davvero sorprendenti”.


Nel 2003, dunque, nasce l’Associazione dei Tetragonauti, che l’anno prossimo a marzo compirà 20 anni di lavoro e di navigazione. I progetti sono tanti, dalle navigazioni brevi alle più lunghe che, come nel caso di quella partita il 27 agosto, durano un’intera stagione: “Ci siamo resi conto che più tempo si passa in mare più è facile avviare percorsi di cambiamento significativo nelle persone”. Il progetto educativo “A Scuola per Mare”, cofinanziato da “Impresa Sociale Con i Bambini2 – nell’ambito del bando “Un passo avanti 2018” – si impegna infatti, prima di tutto, a combattere la povertà educativa e la dispersione scolastica, e prevede la partenza di due gruppi misti di naviganti l’anno, su una barca a vela grande e sicura. “Durante la traversata ci fermiamo a visitare città d’arte, facciamo trekking e, grazie alla collaborazione con associazioni che ci accolgono nei vari territori in cui approdiamo, generiamo occasioni di educazione ambientale, lotta alla mafia e attività culturali capaci di stimolare l’apertura dello sguardo nei ragazzi. Non pretendiamo di cambiare le persone, quello che però possiamo fare è rendere i giovani, che non sono stati fortunati nei loro primi 15-18 anni di vita, consapevoli del fatto che possono scegliere un’alternativa. Perché spesso, purtroppo, neanche sanno di averla e non conoscono niente al di fuori del quartiere in cui sono nati e delle loro realtà ristrette”.

I giovani navigatori del progetto dell’associazione i Tetragonauti si imbarcano a San Vincenzo

Presidente Gaudenzi, cosa succede ai ragazzi una volta terminata la navigazione?

“I ragazzi non vengono abbandonati. Li accompagniamo per tre mesi con un progetto di reinserimento capace di sostenere i percorsi di crescita avviati. Disponiamo di tutor per l’affiancamento educativo che organizzano due o tre incontri alla settimana, li aiutiamo a riscriversi a scuola e a proseguire il loro percorso di crescita personale. Per ora, siamo presenti in sei regioni d’Italia: Lombardia, Sardegna, Sicilia, Campania, Lazio e Friuli Venezia Giulia”.

In questi giorni partite con una nuova traversata che vi vedrà impegnati fino a metà novembre

“Esatto. Non è facile confrontarsi con il mare in autunno, soprattutto perché negli ultimi anni le condizioni meteorologiche sono peggiorate rispetto al passato. Ma il principio di base è offrire benessere e sicurezza ai ragazzi a bordo. Non esperienze adrenaliniche o scioccanti. I nostri marinai devono potersi anche rilassare e disporre di una serenità ambientale sufficiente per lavorare su sé stessi e mettere in discussione le loro esperienze di vita”.

Che tipo di passato hanno alle spalle gli adolescenti che ospitate a bordo?


“Molti di loro faticano a frequentare la scuola, provengono da famiglie con serie difficoltà socio economiche oppure, in caso ci vengano segnalati dai Centri per la Giustizia Minorile, sono minorenni che hanno commesso reati. Dovete sapere che i giudici hanno a disposizione una misura che si chiama “Messa Alla Prova”, utile per offrire ai giovani la possibilità di dimostrare che si può fare una scelta diversa della propria vita, allontanandosi dal mondo dei reati e della devianza. Per questo, nei progetti di “Messa Alla Prova” sempre più spesso viene proposta dai Giudici la navigazione dei 100 giorni”.

scuola per mareI giovani partecipanti alla navigazione integrata a bordo preparano esami e studiano come in una vera e propria scuola

Qualche episodio a lieto fine?

“Intanto cominciamo con l’analisi di qualche dato: tra i ragazzi che hanno precedenti penali e sono stati inseriti nel programma di messa alla prova presso di noi, l’85% ha portato a termine il proprio percorso, di questi il 90% con esito positivo. Qualcuno che ha alle spalle storie di spaccio, furto ecc. ma c’è stato un ragazzo che, dopo aver cucinato con noi per 100 giorni, ha iniziato a fare il cuoco e attualmente lavora in diverse cucine in Corsica, si è sposato con una ragazza senegalese e ha un’esistenza serena. Un altro dei nostri giovani ex marinai ha deciso di prendere la patente nautica e oggi fa lo skipper nelle unità da diporto. Inoltre, quest’anno per la prima volta una ragazza che aveva già partecipato al nostro modulo primaverile, ha deciso di tornare a bordo con noi per supportare i nuovi marinai e giocare il ruolo di sorella maggiore. Un valore aggiunto per i partecipanti, che porteranno avanti un percorso faticoso, ma allo stesso tempo formativo e promettente”.

Quale sarà l’itinerario del percorso autunnale che avete appena avviato?

“Saranno diverse le tappe, vedremo se potremo rispettarle tutte in base alle condizioni meteorologiche. Il 17 settembre, per esempio, saremo a Civitavecchia, ospiti degli Amici della Darsena Romana che, come noi e i partner di “A Scuola per Mare”, appartiene all’Unione Italiana Vela Solidale. Con loro assisteremo al concerto dei Ladri di carrozzelle, un gruppo composto da persone disabili. Poi navigheremo verso l’Asinara, dove proporremo ai nostri ragazzi percorsi di educazione ambientale e un corso di sub: il nostro impegno è infatti anche quello di far loro acquisire titoli ed esperienze in qualche modo professionalizzanti. Durante il percorso seguiranno, infatti, anche corsi di primo soccorso, HACCP, ecc. Spesso questi giovani vengono allontanati dalla scuola perché sono confusionari, disattenti, iperattivi. Noi gli facciamo riscoprire il piacere di imparare attraverso qualcosa di diverso, qualcosa di pratico. Cerchiamo soprattutto di far capire loro che il sapere e la conoscenza possono cambiare il futuro, altrimenti saranno sempre destinati a rimanere gli ultimi tra gli ultimi. Le tappe successive saranno Palermo e le Isole Egadi, dove incontreranno realtà impegnate nel contrasto alla mafia e/o in campagne di educazione ambientale e promozione dei diritti nel mondo del lavoro. Infine, risalendo, ci fermeremo a Procida -quest’anno capitale della cultura- e ad Ischia, dove a metà novembre termineremo la nostra navigazione ma non il nostro percorso a fianco dei ragazzi che, ci auguriamo, sarà soltanto all’inizio”.

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