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Ucraina, ondata di espulsioni da Mosca, via 24 diplomatici italiani. Kiev: 5 civili uccisi in raid russo, anche bimbo di 2 anni

Mosca espelle 24 diplomatici italiani come misura di ritorsione per l’espulsione di funzionari russi. Le stesse decisioni per i diplomatici di Francia (34 espulsioni) e Spagna (27). Di tutti e tre Paesi il ministero degli Esteri di Mosca ha convocato gli ambasciatori. “Le espulsioni sono un atto ostile, ma non chiudere i canali della diplomazia”, replica il premier Draghi. “L’Italia prende atto” della decisione di Mosca, fa sapere la Farnesina che “chiede con forza un immediato cessate il fuoco”.

Finlandia e Svezia già cooperano con la Nato e condividono i valori fondanti. Siamo d’accordo per rendere le procedure per le adesioni più celeri: dobbiamo sostenere i Paesi nel periodo di transizione”, ha detto il premier Draghi dopo l’incontro con la primo ministro finlandese Marin a Palazzo Chigi. Ma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non molla la presa su Svezia e Finlandia: “Abbiamo chiesto loro di estradare 30 terroristi, ma si sono rifiutati di farlo. Non ci rimandate i terroristi e poi ci chiedete il nostro sostegno per la vostra adesione alla Nato…”.

“Ci sono ancora molte persone rimaste ad Azovstal e continuiamo a negoziare per farle uscire da lì”: il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar afferma che l’operazione di salvataggio dell’acciaieria sarà conclusa solo quando tutti i difensori di Mariupol saranno stati evacuati. I comandanti di più alto grado non sono ancora fuori dall’acciaieria, fa sapere il capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushiling, secondo cui sono oltre mille i soldati ucraini ancora nei sotterranei, compresi i loro comandanti. “Usciranno solo se si arrendono”, dice il Cremlino. Sono “almeno 200 le violenze sessuali sui cittadini e in 60 casi si tratta di bambini”, secondo il difensore civico ucraino Lyudmila Denisova.

Intanto Mosca ammette difficoltà. “Nonostante le attuali difficoltà“, la Russia continuerà la sua “operazione militare speciale” fino al suo compimento, “e i suoi obiettivi, compresa la demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina e la difesa delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, saranno completamente raggiunti”. Lo ha detto il vice capo del Consiglio per la sicurezza nazionale di Mosca, Rashid Nuurgaliyev, citato dalle agenzie russe.



E il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan ha parlato oggi al telefono con Yang Jiechi, membro del Politburo del Partito Comunista Cinese e Direttore dell’Ufficio della Commissione per gli Affari Esteri che aveva incontrato a Roma il 14 marzo scorso. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. Il colloquio si è concentrato sulla guerra in Ucraina, i temi della sicurezza regionale e sulla non proliferazione ma anche i rapporti Usa-Cina.

Nato, Draghi: ‘L’Italia appoggia l’adesione della Finlandia e della Svezia’


LA DOMANDA DI ADESIONE ALLA NATO

La Finlandia e la Svezia hanno presentato le rispettive domande di adesione alla Nato. Le domande sono presentate al Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dagli ambasciatori dei due Paesi. “Questo è un momento storico in un momento critico per la nostra sicurezza”, ha affermato il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “Speriamo di concludere rapidamente” il processo di adesione, ha aggiunto. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che minaccia di bloccare l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, ha auspicato mercoledì che “gli alleati ascoltino le nostre preoccupazioni” e “ci sostengano”. “Non possiamo dire sì”, ha ripetuto Erdogan, aggiungendo che “sostenere il terrorismo e chiedere il nostro sostegno è una mancanza di coerenza” da parte di Helsinki e Stoccolma. I due Paesi nordici sono accusati da Ankara di ospitare membri del PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che la Turchia considera un’organizzazione terroristica.

“Non andrò in Turchia, ma penso che andrà tutto bene”, ha detto Joe Biden ai reporter rispondendo ad una domanda sulle resistenze di Ankara all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato.

L’APPOGGIO DELL’ITALIA

“Finlandia e Svezia già cooperano con la Nato e condividono i valori fondanti. Siamo d’accordo per rendere le procedure per le adesioni più celeri: dobbiamo sostenere i Paesi nel periodo di transizione”, ha detto il premier Draghi dopo l’incontro con la primo ministro finlandese Marin a Palazzo Chigi. “Nelle scorse settimane abbiamo mostrato una grande unità rispetto all’Ucraina anche nel cercare una soluzione negoziale e continueremo a farlo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio, sottolineando gli stretti rapporti di amicizia e collaborazione tra Italia e Finlandia. L’adesione alla Nato è un diritto sovrano della Svezia, ma la reazione della Russia e le possibili contromisure dipenderanno dalle conseguenze reali dell’integrazione del Paese nell’alleanza, ha affermato il ministero degli Esteri russo, riporta Interfax.



TENSIONE DIPLOMATICA

L’ambasciatore italiano a Mosca Giorgio Starace è stato convocato dal ministero degli Esteri russo per il pomeriggio. La stessa misura ha riguardato anche gli ambasciatori di Spagna e Francia. Dopo un incontro di 40 minuti con l’ambasciatore Levy, la Russia ha annunciato l’espulsione di 34 diplomatici francesi come misura di ritorsione per l’espulsione di diplomatici russi. Mosca annuncerà all’ambasciatore italiano Giorgio Starace la decisione di espellere 24 diplomatici italiani come misura di ritorsione. Lo dice il ministero degli Esteri russo citato da Ria Novosti. La Russia ha espulso anche 27 diplomatici spagnoli. 

LA SITUAZIONE AD AZOVSTAL

Sono oltre mille i soldati ucraini ancora nei sotterranei dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, compresi i loro comandanti. Lo ha affermato il leader dei separatisti filorussi di Donetsk, Denis Pushilin.



“Ci sono ancora molte persone rimaste ad Azovstal e continuiamo a negoziare per farle uscire da lì”: lo ha dichiarato alla Bbc il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar affermando che l’operazione di salvataggio dell’acciaieria Azovstal sarà conclusa solo quando tutti i difensori di Mariupol saranno stati evacuati nei territori sotto il controllo ucraino. Per Maliar, gli appelli dei politici di Mosca a processare per crimini di guerra alcune delle persone prelevate dalle acciaierie “sono stati fatti molto probabilmente per la propaganda interna della Russia”. Il ministero della Difesa russo ha annunciato che 959 soldati ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal di Mariupol si sono arresi da lunedì. “Nelle ultime 24 ore, 694 combattenti, di cui 29 feriti, si sono arresi. Dal 16 maggio, 959 combattenti, di cui 80 feriti, si sono arresi”, ha affermato il ministero in un comunicato. I comandanti di più alto grado non sono ancora fuori dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, fa sapere il capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Denis Pushiling, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. L’uscita dei militari ancora rimasti nei cunicoli dell’acciaieria Azovstal a Mariupol può essere considerata “solo se depongono le armi e si arrendono”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Mariupol, l’evacuazione dei soldati ucraini dall’Azovstal


LE MOSSE DI MOSCA

“Nonostante le attuali difficoltà”, la Russia continuerà la sua “operazione militare speciale” fino al suo compimento, “e i suoi obiettivi, compresa la demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina e la difesa delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, saranno completamente raggiunti”. Lo ha detto il vice capo del Consiglio per la sicurezza nazionale di Mosca, Rashid Nuurgaliyev, citato dalle agenzie russe. La camera bassa del Parlamento russo (Duma) valuterà il possibile ritiro del Paese dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), così come dall’Organizzazione mondiale del commercio (Wto): lo riporta il quotidiano russo Kommersant, citando il vicepresidente della Duma di Stato russa, Pyotr Tolstoj. Secondo la sua dottrina, la Russia non può essere la prima a lanciare un attacco nucleare, può lanciarlo solo come rappresaglia: lo ha detto il vice primo ministro russo, Yury Borisov, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax. Il Cremlino dice che all’Ucraina “manca la volontà” di continuare i colloqui di pace.

LE NOTIZIE DAL CAMPO

Almeno 5 civili, tra cui un bambino di due anni, sono rimasti uccisi in un raid aereo russo a Bakhmut, nella regione ucraina orientale di Donetsk. Lo ha reso noto l’ufficio del procuratore regionale, citato dall’Ukrainska Pravda, precisando che l’attacco è avvenuto ieri ma le vittime sono emerse successivamente tra i detriti di edifici colpiti. Altre 4 persone sono state ferite, tra cui tre minori di età compresa tra 9 e 17 anni.

La regione di Donetsk è stata poi colpita da 28 bombardamenti russi in 24 ore, che hanno causato un morto e diversi feriti, tra cui bambini. Lo riferisce la polizia ucraina su Facebook. I russi “hanno sparato su 12 insediamenti. Tra i feriti ci sono tre bambini. 52 strutture civili sono state distrutte: abitazioni, 3 scuole, fabbriche, una fattoria e infrastrutture critiche”, scrive la polizia. “Hanno sparato sui civili da aerei, carri armati, artiglieria pesante e sistemi missilistici”, aggiunge. Bakhmut è la località più colpita, con “un edificio di 5 piani distrutto, un uomo morto e un bimbo di 9 anni gravemente ferito”. Le truppe russe hanno lanciato all’alba un attacco missilistico dal mare sulla regione di Odessa “continuando a distruggere le infrastrutture degli insediamenti nella regione”. Al momento non si registrano vittime, ha riferito il comando operativo “Sud” su Telegram del consiglio comunale di Odessa, come riferisce Ukrinform. Due attacchi missilistici russi hanno colpito stamattina la città di Dnipro ferendo una donna e distruggendo parte dell’infrastruttura di trasporto, secondo l’amministrazione regionale e riportato da Ukrinform.

Sono almeno 3.752 le vittime civili provocate dalla guerra in Ucraina: lo ha annunciato oggi l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. I feriti dall’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio scorso sono almeno 4.062. La maggior parte delle vittime riportano ferite causate da munizioni di artiglieria, bombe e razzi.

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