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Un altro femminicidio a Roma: uccide la moglie e veglia su di lei. La confessione choc del pensionato

Era una coppia riservata: mai un litigio, erano sempre insieme. Sembravano uniti, quanto accaduto è veramente assurdo. Per quanto mi riguarda non ho sentito alcuno sparo”. C’è incredulità tra gli abitanti di via Mascagni nel residenziale quartiere Trieste, uno dei più eleganti della Capitale. Eppure è qui tra palazzi signorili, balconi fioriti, giardini curati e boutique che è avvenuto l’ennesimo femminicidio. Ancora una donna uccisa. Ancora un delitto che va ad allungare quella lunga lista di nomi diventati ormai l’elenco di una strage silenziosa. Morti avvenute quasi sempre per mano di chi quelle donne avrebbe dovuto amarle. E proteggerle.

Ieri Roma è stata teatro dell’ultimo atto di violenza. Caterina D’Andrea, 72 anni, è stata uccisa dal marito, Pietro Bergantini, 76 anni, a colpi di pistola. L’omicidio risalirebbe a domenica – come l’uomo sembrerebbe aver confessato alla polizia – che sta cercando di ricostruire quanto accaduto. La figlia della coppia, accorsa sul posto, si è sentita male ed è stata soccorsa.

Bergantini, ex funzionario di una compagnia assicuratrice, per motivi ancora da accertare e chiarire ha ucciso Caterina, anche lei ex assicuratrice, con un colpo di pistola, si ipotizza al culmine di una lite. Poi, forse, dopo una notte intera passata a vegliare il cadavere nell’appartamento che condividevano da una vita – al terzo piano di un raffinato stabile – ha deciso di raccontare tutto al suo avvocato. Il difensore ha quindi contattato le forze dell’ordine e accompagnato il suo cliente in commissariato dove l’ex funzionario si è costituito raccontando agli inquirenti di aver freddato la moglie con una delle pistole che deteneva legalmente.

Tantissimi ancora i punti oscuri da chiarire sulla dinamica di questa incomprensibile quanto inaspettata tragedia. La squadra mobile della capitale e gli investigatori del commissariato Vescovio, stanno ascoltando diverse persone vicine alla coppia, nel tentativo di fare luce sull’accaduto: parenti, amici, vicini di casa. “Non riesco ancora a crederci, sono sotto choc”, si sfoga tra le lacrime una conoscente. Ancora in corso i rilievi della Scientifica nell’appartamento di via Mascagni, per stabilire con esattezza il momento della morte.

E soprattutto i motivi che si celano dietro un gesto le cui motivazioni, al momento, restano ancora incomprensibili. Un’altra tragedia si è consumata ieri mattina, a Filottrano in provincia di Ancona dove un operaio, 52enne di origine moldava, al culmine di una lite ha colpito la moglie con un martello in testa. Poi credendola morta si è suicidata.

La donna, ferita e sanguinante, dopo essersi rialzata, ha trovato la forza per chiedere aiuto e allertare le forze dell’ordine. È stata trasportata in eliambulanza all’ospedale di Torrette ad Ancona, dove è stata ricoverata in gravi condizioni.

Il moldavo avrebbe utilizzato la sua auto per raggiungere un casolare, a pochi chilometri dall’abitazione di via Santa Maria, dove i carabinieri lo hanno trovato senza vita e con una corda stretta al collo.

Gli inquirenti del capoluogo marchigiano stanno ora raccogliendo ogni dettaglio per cercare di ricostruire le ragioni del gesto. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che lui non avesse mai accettato l’idea di separarsi dalla moglie, come lei invece avrebbe voluto. La donna aveva contattato un avvocato per separarsi dal marito e aveva comunicato a lui la sua decisione.
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