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Will Smith, la violenza non si giustifica. Ma certo bullismo mediatico va condannato

di Giuseppe Sciarra

La reazione di Will Smith contro il bulletto Chris Rock sono certo sia dettata dall’esasperazione. Avere ogni giorno media che frugano nella tua vita, la giudicano, deridono le tue imperfezioni, i tuoi difetti con arroganza e meschinità, è uno stress non da poco. La violenza non è giustificabile direte, neanche quella verbale e neanche quella dei giornali però lo dovrebbe essere – una violenza che nei confronti della moglie di Smith è asfissiante e onnipresente. Perché non vi indignate anche verso questo tipo di violenza?

Il gioco sporco che certi media e certi personaggi che li rappresentano fanno con la vita delle persone è una forma di violenza che non regge il confronto con lo schiaffo di Will Smith, il quale ha sbagliato ma credo che di sberle nei confronti del suo privato e dei suoi affetti ne riceva a chiosa ogni giorno. Voi che avreste fatto al suo posto davanti un bulletto che deride il difetto di un vostro caro per fare ridere il mondo intero? Avreste avuto la lucidità e il raziocinio di agire col self control?

La reazione di Will Smith per quanto forte è la conseguenza di una violenza a mio avviso peggiore che autorizza i media a sfottere e perseguitare chiunque senza porsi delle domande etiche e morali sui danni che possono provocare alle loro vittime. Sì, le chiamo così vittime! Persone che ogni giorno subiscono pressioni sui giornali su come dovrebbero essere e sul proprio privato, giudizi spesso volgari, taglienti, al limite della calunnia.

Un caso emblematico di questo aspetto poco roseo dei media è quello di Lady Diana. Tra gli anni Ottanta e Novanta i giornali, la televisione, chi fa gossip e chi si dice comico e ironizza sulla vita degli altri più per il gusto di offendere che per fare satira, si sono accaniti con la principessa del Galles. Una vera e propria persecuzione mediatica giustificata dal fatto che Diana Spencer fosse un personaggio pubblico per cui tutto poteva essere concesso e chiunque poteva lucrare sulla sua vita in quanto personaggio noto. La storia sappiamo poi come è andata a finire.

Altro caso di bullismo e aggiungerei misoginia è quello che riguarda Pamela Anderson. La star di Baywacht dopo che il filmino a luci rosse girato con l’ex marito Tommy Lee è stato ampiamente diffuso, ha pagato in prima persona il prezzo per quel sex tape. Nelle trasmissioni televisive per anni ha dovuto rispondere alla maleducazione e l’insolenza di molti presentatori e presentatrici su quella vicenda privata, i quali le facevano in continuazione domande tese a metterla in imbarazzo e battute di dubbio gusto su quella brutta storia. La lista su queste forme di abusi è lunga.

Lo schiaffo di Will Smith ha scoperchiato il vaso di Pandora su cosa è lecito e su cosa non dovrebbe essere lecito fare verso un personaggio pubblico che resta una persona con delle fragilità e una dignità che andrebbe rispettata. Il politically correct sta dando contro Will Smith un po’ come quegli insegnanti che puniscono un bambino bullizzato per anni perché ha reagito con un ceffone contro il bullo che gli rende la vita impossibile. Adesso Smith si scusa, perché Chris Rock non l’ha fatto invece?

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