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Charles Leclerc: «Al Mondiale con la Ferrari ci credo. Binotto è un grande capo, nel mio futuro c’è la moda»

di Daniele Sparisci, inviato a Spa

Charles deve recuperare ottanta punti su Verstappen, partirà penalizzato nel Gp del Belgio ma non si arrende: «Mancano nove gare, vinciamole tutte»

Anelli di metallo sulle dita, abbronzato, gli occhi verdi pieni di energia. Charles Leclerc gesticola sempre, e parla veloce come guida. «Non c’è giorno in cui non pensi a diventare campione del mondo con la Ferrari». Ottimismo incrollabile di fronte a 80 punti da recuperare su Max Verstappen. Le Ardenne come montagne, da scalare con il peso delle penalità per il nuovo motore . Sull’argomento glissa con un «vediamo…» e sposta la conversazione sulla Sardegna: «Ma quanto è bella? Ci sono stato due settimane, l’anno prossimo ci tornerò». (Nella mattinata di venerdì è arrivata la conferma: partirà dal fondo per aver cambiato l’intera power unit).

Va in vacanza con gli amici di sempre. Soldi e successo cambiano le persone, lei come fa a restare sé stesso?


«Mi viene naturale, siamo cresciuti insieme e non c’è motivo per perdersi. Sono solo un po’ cambiate le vacanze…».

In che modo?


«Anni fa andavamo in un monolocale, a Isola 2000, in montagna. C’era un divano letto, noi mettevamo altri materassi a terra per dormirci in otto».

Ora naviga su uno yacht di 20 metri.


«Già. Ma continuiamo a mettere materassi sul pavimento perché la barca non ha abbastanza letti per tutti».

In mare si sente libero?


«Totalmente. Stacco dalle corse. Mi succede lo stesso con la musica».

Riesce a stare lontano dallo smartphone?


«La prima settimana è la più difficile, mi mancava già la F1, poi entri nel ritmo».

Che cosa è per lei la felicità?


«Vedere gente felice intorno a me. I momenti di semplicità con gli amici, e con la famiglia».

E poi le gioie sportive. Qui tre anni fa ha vinto il suo primo Gp, quanto è cambiato Charles del 2019 rispetto a quello del 2022?


«Tantissimo. Più come pilota che come uomo. Sono più esperto: ricordo che temevo quella gara perché sapevo di non essere bravo nella gestione delle gomme, ora è diventato uno dei miei punti di forza».

Dica la verità, ci crede ancora in questo Mondiale?


«Assolutamente sì. Fino alla fine».

Stefano Domenicali ha citato la rimonta di Raikkonen del 2007.


«La mia mentalità non è cambiata, dare sempre tutto. Ci credo perché abbiamo una macchina capace di vincere ovunque, sta a noi ottenere il massimo»

Tre vittorie quest’anno. Bahrein, Australia e Austria, la migliore?


«Bahrein. La prima gara della stagione. Non è stata una sorpresa ma una liberazione».

Il momento peggiore?


«Montecarlo. È dura accettare di partire in pole e di finire quarto. Ci metto anche il mio errore in Francia (fuoripista mentre era in testa ndr)».

Dove deve migliorare?


«Sui dettagli, per essere ancora più completo».

E la squadra dove deve migliorare? Sulle strategie?


«Non mi va di puntare il dito su una singola cosa. Dobbiamo crescere, esaminare le cose che non vanno e superarle».

Con Binotto e Sainz vi siete fatti un selfie qualche giorno fa a Maranello. Voi tre sorridenti con dietro i dipendenti della Ferrari. Che cosa rappresenta quella foto?


«La famiglia Ferrari. L’ultima volta che avevamo partecipato a un evento del genere in azienda era stato prima del Covid. Ricordo bene quello del 2019…».

Perché?


«Ero tesissimo quando ho saputo che avrei dovuto parlare sul palco davanti a mille persone. Era il mio primo anno in Ferrari. Ora sono più sciolto, riconosco più facce».

Che cosa ha detto stavolta?


«Quello che ho detto a lei: crediamoci fino alla fine. Inoltre, li ho ringraziati per gli sforzi e i sacrifici».

Mattia Binotto, che tipo di capo è?


«Molto tranquillo, nei momenti più difficili la sua freddezza di mente è di grande aiuto.

Però a Silverstone mentre le puntava il dito contro non sembrava così tranquillo.


«A volte succede, succede a tutti».

Con il presidente Elkann che rapporto ha?


«John chiama, chiede come sono andate le gare, fa piacere».

Per Verstappen è meglio lottare contro Leclerc che contro Hamilton. Lo dice perché ha 80 punti di vantaggio?


Risata. «Mi piace affrontare Max, abbiamo un livello simile di aggressività. Ci divertiamo, con rispetto. Non dico che l’anno scorso non ci fosse rispetto fra Max e Lewis, però mi sembrava un duello diverso rispetto al nostro. Ma se dovessimo arrivare alla fine del campionato molto vicini come punti, la situazione sarebbe molto più tesa di adesso».

Quale qualità ruberebbe a Verstappen?


«Nessuna. Sono concentrato su me stesso».

Sainz è il compagno più forte che ha avuto?


«Fra i più forti. Vettel aveva un’esperienza enorme, e se sono diventato il pilota che sono è anche grazie a ciò che mi ha insegnato Seb».

Se potesse sfidare un grande del passato, chi sceglierebbe?


«Senna, il mio idolo fin da bambino. Però non saprei con quali macchine correre, quelle della sua o della mia epoca?».

Quando ha capito che questa Ferrari sarebbe stata competitiva?


«Dopo la pole in Bahrein. Avevo già avvertito buone sensazioni nei test, ma c’era bisogno di conferme».

Che libro sta leggendo?


«Open, di Agassi. Sono a metà, leggo parecchio».

Charles Leclerc vuole essere ricordato per…


«Come campione del mondo della Ferrari».

Magari più di un titolo?


«Pensiamo prima a vincerne uno, che è meglio».

Convive con la sua fidanzata Charlotte, a metter su famiglia ci pensa?


«Con lei sto benissimo, però è un po’ presto. Io ho 24 anni e lei 22».

Sua madre Pascale parrucchiera, tagliava i capelli anche a David Coulthard. Ha cresciuto tre maschi, che figura è?


«È una mamma perfetta, e noi ci prendiamo tanta cura di lei. Presente ma discreta».

Vi sentite spesso?


«Sì, ma sono un disastro con il telefono, rispondo una volta su dieci».

Crede in Dio?


«Credente, non praticante».

Suo padre che insegnamenti le ha lasciato?


«Disciplina, umiltà, sacrifici. Che sia il periodo più felice o il più triste non cambiare mai il modo di affrontare la vita».

Leclerc testimonial, uomo copertina. Si vede nel mondo dello spettacolo dopo la F1?


«Più nella moda. Ho un sacco di amici nel settore, è l’ambiente che preferisco. Parlo di moda anche con Elkann»

Che cosa la fa più arrabbiare?


«I miei errori».

Mancano nove gare alla fine.


«Andiamo a vincerle tutte».

26 agosto 2022 (modifica il 26 agosto 2022 | 12:03)

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