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Cos’è questa proposta italiana per ridurre il prezzo del gas

Al Consiglio Europeo in corso in questi giorni a Bruxelles, in Belgio, il governo italiano guidato da Mario Draghi si è presentato con una proposta precisa per ridurre il prezzo delle forniture di gas naturale, molto aumentato dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. La proposta prevede sostanzialmente di imporre un tetto massimo al prezzo che i paesi dell’Unione Europea sono disposti a pagare per acquistare gas naturale, e verrà discussa venerdì, nella giornata dedicata alla conseguenze economiche della guerra.

Oltre a contenere i costi per consumatori e aziende, un tetto massimo al prezzo di acquisto del gas ridurrebbe il flusso di soldi che ogni giorno i paesi europei versano alla Russia, che è il principale fornitore di gas naturale verso l’Unione Europea. Nei primi tre mesi di guerra i paesi dell’Unione Europea hanno pagato alla Russia circa 35 miliardi di euro per la fornitura di energia, in gran parte per ottenere gas naturale.

Non è ancora chiaro se Draghi otterrà risposte concrete su questa proposta: tra ieri e oggi si è discusso della possibilità di affrontare il tema in un Consiglio Europeo straordinario a luglio. Politico scrive che la proposta di un Consiglio dedicato esclusivamente all’energia è piaciuta al presidente francese Emmanuel Macron e ad altri leader, ma per capire se sarà davvero indetto bisognerà aspettare la fine della riunione, prevista per venerdì pomeriggio.

La proposta del governo italiano non è una novità di questi giorni. Draghi la spiega e promuove da circa un mese.

In sostanza prevede che i paesi dell’Unione Europea si impegnino a pagare una cifra massima, e non un centesimo di più, il gas naturale che viene acquistato nei mercati all’ingrosso. Secondo una bozza della proposta letta da Domani, questa cifra consisterebbe in 80 euro a megawattora (MWh), cioè una delle unità di misura con cui viene scambiato il gas naturale nei mercati all’ingrosso (un’altra unità di misura, comune soprattutto nelle bollette, è il metro cubo).

In questo momento il prezzo del gas naturale nel mercato all’ingrosso di Amsterdam, nei Paesi Bassi, considerato il parametro di riferimento per il mercato europeo, è di circa 130 euro a megawattora dopo un aumento costante che dura da due settimane. Nel giugno del 2021 era a poco meno di 30 megawattora. Nel frattempo però il consumo di gas in Europa non è affatto aumentato, e diversi commentatori ritengono che l’aumento del prezzo sia dovuto a timori per l’instabilità economica dovuta alla guerra e alla speculazione di alcuni intermediari.

Il limite massimo di 80 euro è stato studiato dal governo, scrive Domani, per fare in modo che risulti comunque conveniente alla Russia: «Tra il 2017 e il 2020 il prezzo del gas ha oscillato fra i 5 e i 30 euro MWh. Quotazioni molto più basse di quelle attuali ma comunque parecchio inferiori anche alla soglia del price cap, cioè 80 euro per MWh». «Certo, a vendere gas per 124 euro a megawattora fanno più soldi», aggiunge Domani: «ma la scommessa del governo Draghi è che anche di fronte a un prezzo calmierato non avranno scelta».

L’Europa è infatti il mercato principale in cui la Russia esporta il proprio gas naturale: nel 2021 ha esportato appena 33 miliardi di cubi di gas naturale verso i paesi asiatici, contro i circa 140 miliardi esportati verso l’Unione Europea.

– Leggi anche: L’Europa deve decidere cosa fare col gas

Il tetto massimo del gas però non piace a diversi altri esportatori di gas naturale con cui l’Unione Europea sta cercando di intensificare i rapporti commerciali per diminuire la propria dipendenza dalla Russia, fra cui Norvegia e Algeria. Diversi paesi europei inoltre non sono convinti che la situazione sia così grave da richiedere una misura tanto drastica quanto un calmiere dei prezzi.

Il Financial Times scrive che al momento non ci sono indicazioni del fatto che la misura verrà adottata dal Consiglio Europeo.

Per il momento Draghi e il governo italiano potrebbero accontentarsi di ottenere un Consiglio Europeo straordinario sull’energia da tenere a luglio: se la Russia continuerà a ridurre le forniture giornaliere di gas verso diversi paesi europei, come sta facendo in questi giorni, i leader del Consiglio potrebbero essere più disposti ad ascoltare la proposta di un tetto massimo per l’acquisto di gas naturale.

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