Famiglie, imprese e pensioni: che cosa cambia con la manovra

La nuova legge di Stabilità vale 27 miliardi e prevede interventi a favore di previdenza, sostegno dei redditi bassi, agricoltura e cultura. L’Ue dovrà dare il suo giudizio e il governo dovrà spiegare perché ha preferito ridurre le imposte sulla casa anziché quelle sul lavoro. Ecco le principali novità.

CHE COSA CAMBIA PER LE FAMIGLIE?

Dal taglio di Tasi e Imu risparmi di 200 euro.

L’«operazione fiducia» di Renzi fa risparmiare a quasi 18 milioni di famiglie italiane altre tasse, ben 3,7 miliardi di euro grazie all’abolizione di tutte le tasse che gravano sulla prima casa. La cancellazione di Tasi (anche per gli inquilini) e Imu che scatta col nuovo anno si traduce in un alleggerimento di 180 euro a famiglia (210 nei centri più grandi). Poi, con l’azzeramento delle salvaguardie eviteremo bem 16,8 miliardi di aumenti dell’Iva e delle accise. «Ridurre le tasse sulla prima casa- ha spiegato ieri Renzi – è ridare fiducia agli italiani. Con molta franchezza dico che nella tassazione sulla prima casa non c’è nulla di male, in altri paesi c’è. Ma per come stanno cose in Italia vuol dire immettere un elemento fiducia e ha un valore simbolico, evocativo».

Decolla con 600 milioni il piano contro la povertà.

Una apposita legge delega collegata alla Stabilità metterà in campo una prima misura organica contro la povertà, soprattutto a favore dei minori. A loro verrà destinato un bonus mensile da 200-400 euro. Lo stanziamento complessivo è di 600 milioni di euro nel 2016, per salire poi a un miliardo dal 2017. A queste risorse si aggiungono poi 100 milioni l’anno destinati al contrasto della povertà educativa frutto di un accordo con fondazioni bancarie, terzo settore e comuni.

«Dopodinoi»

«E’ uno dei progetti di cui vado più orgoglioso», ha spiegato il premier. C«i sono persone alle quali si è pensato un po’ troppo poco: penso ai bambini con la sindrome di Down. Oggi queste persone vivono più a lungo e spesso sopravvivono ai genitori. Purtroppo la politica non se n’è sempre occupata». In questa chiave nasce il progetto «Dopodinoi» finanziato con 90 milioni di euro. Rifinanziato con 400 milioni il fondo per non autosufficienti.

Case popolari

Dal 2016 parte anche un piano straordinario per l’efficentamento energetico degli alloggi pubblici. Previsti investimenti per 170 milioni di euro.

Canone Rai

Dopo la falsa partenza dello scorso anno dal 2016 il canone Rai verrà pagato attraverso la bolletta elettrica. La legge specificherà che si pagherà una volta sola a prescindere dal numero di case e utenze possedute e che in caso di inadempienza non si verrà sanzionati col distacco della corrente. Nel 2016 si verseranno 100 euro, anziché 113,5, che scenderanno poi a 95 nel 2017. Le modalità di pagamento sono a ancora da definire: scartata l’ipotesi delle due rate, una a gennaio e l’altra a giugno, il canone di pagherà tutto in bolletta. Ma criteri, termini e modalità di pagamento verranno fissate in un secondo tempo dal Ministero dello Sviluppo che ha 45 giorni di tempo dopo l’approvazione della legge per emanare un apposito decreto. Il provvedimento però continua ad incontrare l’opposizione dell’Assoelettrica: «Prendiamo atto delle decisione del governo – afferma una nota-. Ora almeno si faccia in modo di prevedere meccanismi utili a prevenire i contenziosi».

Bonus mobili

Aumenta dal 36 al 50% il bonus edilizia, vengono confermati l’ecobonus (detrazione al 65%) ed il «bonus mobili», esteso però anche alle giovani coppie under 35 che decidono di mettere su famiglia e che potranno beneficiare dello sconto anche se non ristrutturano casa.

CHE COSA CAMBIA SUL FRONTE PENSIONI?

Sale la “no tax area”, ma lo sconto sarà simbolico

Il colpo a sorpresa dell’ultimo minuto è l’allargamento della «no tax area», una richiesta «storica» dei sindacati tornata in auge di nuovo l’anno scorso all’interno del dibattito sul bonus da 80 euro e le possibili misure a favore dei cosiddetti incapienti. Col nuovo anno, per i soggetti con più di 75 anni la soglia di reddito entro la quale non si pagano più tasse sale da 7.750 a 8.000 euro, sostanzialmente allo stesso livello dei lavoratori dipendenti. Per i pensionati sotto i 75 anni la no tax area aumenta invece da 7500 a 7.750 euro. Secondo le stime di sindacati si tratta di un intervento che vale all’incirca 200 milioni di euro e di cui beneficiano circa 2 milioni di pensionati. In pratica si tratta in media di 100 euro a testa di tasse in meno da pagare: l’intervento resta importante, ma la cifra che entra nelle tasche dei pensionati meno abbienti é poco più che simbolica.

Esodati

Escluso per il momento un intervento a tutto campo sulla flessibilità in uscita il governo punta nel 2016 a tutelare altri 22-26mila esodati utilizzando il miliardo e 300 milioni risparmiati negli ultimi tre anni che verrebbero destinati ad una settima salvaguardia. Con le precedenti sei salvaguardie sono stati tutelati sino ad ora circa 190 mila persone rimaste senza lavoro e senza pensione.

Opzione donna

Viene prorogato anche al prossimo anno il meccanismo che consente alle donne di lasciare il lavoro in anticipo con 35 anni di contributi una volta compiuti i 57 anni (58 le autonome). In cambio il loro assegno viene però ricalcolato col metodo contributivo con una riduzione degli importi che può arrivare anche al 30%.

Part time flessibile

I lavoratori che dal 2016 al 2018 maturano 63 anni e 7 mesi di età (cioè 3 anni dall’età pensionabile di vecchiaia) potranno optare su base volontaria per il part-time al 60-40% e vedersi al tempo stesso tutelato il loro assegno pensionistico. A versare i contributi in busta paga sarà, infatti, il datore di lavoro mentre ai contributivi figurativi penserà lo Stato. L’intervento riguarderà solo i lavoratori dipendenti del settore privato e garantisce allo Stato un costo di gran lunga ridotto rispetto alla flessibilità in uscita.

Nessun costo in più

Per tutti questi interventi costeranno all’incirca 3 miliardi. Ma come hanno spiegato ieri Renzi e Padoan, non occorre stanziare risorse aggiuntive: «Gli interventi sulla previdenza che sono già nelle voci di bilancio previste. Non c’è alcun incremento dei costi». Ieri il presidente del Consiglio è tornato a ripetere le ragioni di un rinvio di un intervento più organico sulla flessibilità in uscita: «Vogliamo evitare interventi che alla lunga dimostrano per alcuni aspetti complicati». Il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano mette già le mani avanti: bene il part time in uscita per gli over 63: l’importante è che questo provvedimento sperimentale non venga confuso con la flessibilità in uscita. Questo punto, dopo molti annunci, non è previsto nella Stabilità ed è un fatto negativo. Si tratterà di vedere come recuperarlo nel corso del dibattito».

CHE COSA CAMBIA PER LE IMPRESE?

Niente anticipo sull’Ires

È confermato che l’anticipo del taglio dell’Ires non ci sarà. Ogni punto in meno di tassa sulle imprese costa infatti circa 1,2 miliardi e senza il via libera della Ue ad un’ulteriore flessibilità di bilancio legata all’emergenza immigrati (che vale 3,3 miliardi) il governo non riesce a finanziare anche questo intervento. Oltre alla cancellazione dell’Imu sugli «imbullonati» (530 milioni) resta confermato l’impegno di portare l’Ires al 24% (dal 27,5% di oggi) a partire dal 2017.

Super-ammortamento

Di certo le imprese risparmieranno molto per effetto del super-ammortamento che consente di mettere in detrazione il 140% del valore dei beni e dei macchinari acquistati. La norma che vale circa 800mlioni è subito operativa, decorre infatti dal 15 ottobre. Per il ministro dello Sviluppo Federica Guidi questo «è un premio immediato per gli imprenditori virtuosi che credono nelle loro aziende e quindi nel rilancio del Paese».

Bonus lavoro ridotto

Lo sconto da 8.060 euro per ogni contratto a tempo indeterminato infatti dall’anno prossimo inizierà a calare: nel 2017 sarà ridotto del 60% (a 3200 euro) e varrà solo per due anni anziché tre, l’anno seguente poi scenderà ancora.

Contratti aziendali

Vengono ripristinati gli incentivi a chi contratta a livello aziendale su produttività e welfare. Sui premi aziendali aliquota ridotta al 10% e tetto a 2500 euro. Costo: 430 milioni, 589 dal 2017.

Statuto autonomi

Arriva il Jobs act de i lavoratori autonomi, per assicurare a questa categoria nuove tutele di tipo contrattuale e nel campo del welfare. Prevista anche la revisione dei minimi Iva. In particolare la soglia di ricavi sale a 15.000 euro per i professionisti (portando così il limite a 30.000) e di 10.000 euro per le altre categorie di imprese. Viene estesa la possibilità di accesso al regime forfettario ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno anche un’attività in proprio a condizione che il loro reddito da lavoro dipendente o da pensione non superi i 30.000 euro. Per le nuove start up viene previsto un regime di particolare favore con l’aliquota che scende dal 10 al 5% applicabile per 5 anni (anziché 3).

Piccole imprese

Viene ridotta l’Irap e soprattutto si potrà recuperare subito l’Iva sui crediti insoluti.

Made in Italy

Il piano straordinario a favore del Made in Italy viene potenziato: stanziati 60 milioni in più.

Tornare alla terra

Cancellate sia l’Imu agricola che l’Irap agricola, sale dall’8,8 al 10% la compensazione Iva, stanziati 140 milioni per i danni da calamità naturale e 45 milioni per il rinnovo del parco macchinari. Il pacchetto vale in tutto 800 milioni. «Si tratta – spiega il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina – di una delle azioni più forti mai fatte da anni a favore del settore primario».

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