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“First nuclear strike”. La mossa di Biden che cambia tutto lo scenario




25 Marzo 2022 – 16:23




Il presidente Usa potrebbe ricorrere all’uso del nucleare se Putin continuerà nell’escalation militare in Ucraina. Ecco cosa può comportare














La tensione tra Russia e Stati Uniti continua a salire: il presidente americano Joe Biden ha minacciato di ricorrere all’uso del nucleare se continuerà l’escalation militare dell’esercito russo in Ucraina, un approccio che Washington aveva a lungo adottato in politica estera ma dal quale il capo della Casa Bianca aveva preso le distanze in campagna elettorale. La rivelazione choc è del Wall Street Journal che ha citato fonti interne all’amministrazione. Si tratta del “first nuclear strike”, noto anche come “attacco nucleare preventivo” per prevenire efficacemente le ritorsioni contro il nemico. Un primo attacco, se riuscito, paralizzerebbe i missili russi pronti per il lancio e impedirebbe all’avversario di prepararne altri per un contrattacco prendendo di mira le scorte nucleari e le strutture di lancio del nemico.

Cosa può succedere

Nel corso della campagna per le presidenziali del 2020, Biden aveva dichiarato che il solo proposito dell’arsenale nucleare americano doveva essere quello di “scoraggiare o di rispondere a un attacco atomico nemico“. La nuova posizione, assunta su pressione degli alleati, prevede che “il ruolo fondamentale” dell’arsenale nucleare statunitense sia quello di dissuadere gli attacchi atomici. Si tratta, secondo il quotidiano americano, di una formulazione attentamente studiata per lasciare aperta la possibilità che le armi nucleari vengano usate in “circostanze estreme” per scoraggiare anche attacchi nemici convenzionali, biologici, chimici, forse anche informatici.

La decisione arriva quando Biden è impegnato negli incontri con gli alleati europei nel tentativo di mantenere una posizione occidentale unificata contro l’invasione dell’Ucraina da parte del presidente russo Putin e le preoccupazioni sul fatto che il Cremlino possa ricorrere ad armi nucleari o chimiche. Un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale del presidente ha rifiutato di commentare la notizia. La politica nucleare di Biden segue un’ampia revisione della “postura nucleare”, in cui funzionari dell’amministrazione hanno esaminato la strategia e i programmi nucleari statunitensi.

Il processo di revisione

Gli esperti americani hanno affermato che la revisione, sottoposta all’approvazione del Congresso, dovrebbe portare alla cancellazione di un programma per lo sviluppo di missili da crociera nucleari via nave e al ritiro della bomba termonucleare B83. Il documento dovrebbe anche promuovere un’approfondita modernizzazione dell’arsenale, che dovrebbe arrivare a costare oltre mille miliardi di dollari. Già durante la Guerra fredda gli Stati Uniti si riservavano il diritto di utilizzare le armi atomiche in risposta ad attacchi convenzionali. La revisione, tuttavia, sostiene l’ampia modernizzazione della triade nucleare statunitense di missili terrestri, missili basati su sottomarini e bombardieri, che dovrebbe costare oltre un trilione di dollari.

Alcuni funzionari dell’amministrazione Biden affermano, tuttavia, che la decisione del presidente non sminuisce il suo obiettivo a lungo termine di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle armi nucleari e riflette la necessità di consolidare il sostegno degli alleati di fronte alle minacce russe e alla crescita della Cina.



























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