Cultura

“How I met your mother”- Parte 2

“How I met your mother” e’ una sitcom americana di livello perché dona il senso della spontaneità e della divulgazione alla piacevolezza del cambio di prospettive. Le vicende sono ambientate nella New York dei primi anni Duemila e vedono un gruppo di amici condividere esperienze ed emozioni. In generale, sono felici di essere perché sono nel gruppo e si confrontano, su diversi piani: amicale, propositivo di sentimenti che, inevitabilmente, fanno capolino dietro l’angolo. Ci si riempie di meraviglia a guardare l’affascinante Cobie Smulders (canadese nel vero e nella fiction e già questo è un ottimo motivo per fondare un’analisi puntuale e approfondita sulla serie televisiva in questione) recitare con grazia nei panni di Robin Scherbatsky: e’ noto agli appassionati che la Smulders avrebbe dovuto essere parte del film “Spider-Man 4” di Sam Raimi come “The Black Cat”(la Gatta Nera), celebre per la realtà del fumetto americano, in cui ha rappresentato pienamente un’idea di condivisione con L’Uomo Ragno.
“How I met your mother” riempie di meraviglia per il carattere semplicistico delle vicende,con il protagonista Ted che racconta ai figli come aveva conosciuto la loro madre. Questa donna del mistero può essere qualsiasi ragazza che Ted conosce, al pub frequentato con gli amici o in giro per Manhattan, all’università, durante le sue lezioni di architettura o alle feste. Ogni persona può divenire fondamentale per il senso del futuro di Ted, ma lo e’ comunque perché si arriva a un percorso di crescita compiuto. Si impara tutti insieme, non si finisce mai di camminare sul sentiero.

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