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Le lacrime di Ambra Angiolini e il rogo  di Stromboli





















































VENERDÌ 3 GIUGNO 2022

risponde Aldo Cazzullo


Caro Aldo,

se cerchiamo una sintesi dell’assurdo, dell’incredibile e dell’imbecillità italiana, eccola: è questa tragedia. A Stromboli la Rai gira una fiction dedicata alla Protezione civile. All’alba divampa un incendio, vero, che annienta la metà della vegetazione dell’Isola, distrutti ettari di macchia mediterranea in una riserva naturale straordinaria. Il disgusto ci sommerge!

Lucia Talarico

Incredibile e inaudito l’episodio sull’incendio a Stromboli forse procurato dall’organizzazione di una fiction proprio riguardante la Protezione civile! Veramente surreale e cialtronesco a prescindere da chi l’ha causato veramente.

Vittorio Zanuso

Cari lettori,

Il rogo di Stromboli ha indignato molti di voi, me compreso. L’Italia è delicata. Non è sconfinata. È relativamente piccola e molto preziosa. Richiede il massimo di cura. Stromboli non è il posto giusto dove girare — a fine maggio, al termine di una primavera molto secca — una fiction in cui si simula un incendio. Se proprio lo vuoi fare, devi mettere in campo ogni possibile accorgimento per evitare incidenti. Se poi l’incendio si sviluppa davvero, devastando l’isola alla vigilia della stagione turistica, causando un grave danno agli abitanti e in genere alla comunità nazionale, allora si è di fronte a un fatto gravissimo. In questi casi si dice che la magistratura accerterà le responsabilità. Di solito passano anni, e di rado chi ha provocato il danno lo ripaga. È chiaro che ci sono dispositivi di sicurezza che non dipendono interamente dalla produzione della fiction, ma coinvolgono le autorità locali. Nessuna sentenza anticipata, nessuna giustizia sommaria. Però la prima cosa che si vuole sentire sono parole di scuse. Apprendere, come ha spiegato il produttore al Corriere, che non è vero che Ambra prendesse serenamente la granita al bar il mattino dopo, ma avesse pianto tutta la notte, ci dispiace molto, ma purtroppo non ci restituisce nulla. Se si può trarre qualcosa di buono dalla vicenda, è la necessità di richiamare l’attenzione sulle isole Eolie. Che sono uno dei posti più belli al mondo — oltre a Stromboli, va ricordata almeno Salina —, ma escono dai difficili anni della pandemia, e hanno bisogno di un piano di ricostruzione turistica, che limiti il passaggio mordi e fuggi e crei occasioni di lavoro per i giovani siciliani. Mentre sarebbe follia chiudere — come si paventa — l’unico ospedale, quello di Lipari.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Al parco con mio figlio: panchine sporche e giochi rotti»

Sono diventata mamma nel 2020 e ho passato parecchio tempo in città, a Lodi, passeggiando con mio figlio nel passeggino. Alcune strade sono veramente impraticabili con un passeggino — immagino anche per chi deve percorrerle su una carrozzella — con il fondale totalmente sconnesso e piene di buche, spesso con radici di alberi che fuoriescono dall’asfalto. Ho notato la presenza di parecchi parchi incurati e con erba altissima, dove sono presenti anche giochi per bambini a volte rotti, quindi pericolosi ed inaccessibili per gli stessi e il più delle volte sporchi. Inoltre, vi è difficoltà persino nel reperire uno spazio o una panchina idonea che sia pulita o semplicemente comoda per poter allattare il proprio bambino anche all’aria aperta. Difficoltà che diventa quasi insormontabile se ci si imbatte nel fatidico momento del cambio del pannolino; ci si deve improvvisare per trovare una collocazione che sia accettabile. Molto spesso mancano anche cestini idonei a raccogliere l’immondizia e per poter procedere con la raccolta differenziata dei rifiuti. Ritengo che sia un vero peccato perché Lodi ha davvero un sacco di potenziale che non è mantenuto e valorizzato come ci si aspetterebbe da un capoluogo lombardo che dista solo mezz’ora da Milano. Mi piacerebbe che mio figlio possa vivere e crescere in una città in cui siano presenti spazi giochi per i bambini, dove possa giocare in tranquillità ed anche in sicurezza, dove ci sia un arredo urbano funzionale, dove ci siano spazi per l’allattamento per le mamme e i lori neonati, bagni pubblici dotati anche di fasciatoi.

Alessandra Albani, Lodi


INVIATECI LE VOSTRE LETTERE


Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.





MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV


MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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