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Navigator in scadenza a fine aprile ma spunta una terza proroga

Politiche attive del lavoro

Il 27 aprile un incontro con i sindacati al ministero del Lavoro, previo confronto con il dicastero della Pa e con le regioni, per trovare una soluzione

di Giorgio Pogliotti

(ANSA)

3′ di lettura

Spunta l’ipotesi di una nuova proroga – la terza – per i poco meno di 1.900 navigator che hanno il contratto di collaborazione con Anpal servizi in scadenza a fine aprile. Al tavolo con i sindacati, il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, aveva fissato l’obiettivo di trovare una soluzione definitiva per questi lavoratori, resa però difficile dall’avvicinarsi del termine del 30 aprile. Un nuovo appuntamento con Cgil, Cisl e Uil e le loro categorie è stato fissato per il 27 aprile, dopo aver coinvolto le regioni e il ministero della Pa. In mancanza di un’intesa, dal 1 maggio i navigator resteranno senza impiego.

I sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp hanno lasciato l’incontro con il ministro del Lavoro «insoddisfatti»: sono pronti ad organizzare presidi sotto il ministero per ottenere una soluzione strutturale e per la stabilizzazione dei navigator.

Lo scorso dicembre la seconda proroga

Sono già state concesse due proroghe, l’ultima lo scorso dicembre (la precedente ad aprile 2021), per i navigator, che sono stati assunti nell’estate del 2019 da Anpal servizi con un contratto di collaborazione che, tra retribuzione tabellare e rimborsi forfettari si aggira sui 30mila euro lordi annui. Sono in prevalenza giovani, hanno in media 35 anni, sono tutti laureati ( la media è di 107/110), ed hanno superato un test selettivo prima di essere assunti come Cococo da Anpal Servizi . Nel frattempo da 2.980 i navigator sono scesi a meno di 1.900: in molti si sono candidati ai bandi delle regioni per i posti a tempo indeterminato presso gli stessi Cpi dove hanno operato in precedenza da precari.

Il vizio d’origine dell’operazione navigator

L’operazione “navigator”, va detto, è nata con un vizio d’origine. Le regioni sin dal principio non hanno visto di buon occhio l’ingresso nei centri per l’impiego regionali dei navigator, collaboratori di un’altra amministrazione (la società in house di Anpal), a fianco dei propri dipendenti nella presa in carico dei percettori del reddito di cittadinanza “occupabili”. I risultati, in termini di offerta di posti di lavoro, per i percettori del reddito di cittadinanza sono stati deludenti, ma non certo per colpa dei soli navigator. E’ tutto il sistema di politiche attive del lavoro che finora non ha funzionato, sia pure con qualche positiva eccezione: tra i limiti, la mancanza di dialogo tra le banche dati delle diverse amministrazioni coinvolte, i dipendenti dei centri per l’impiego in larga prevalenza adibiti a compiti burocratico-amministrativi e non formati per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, gli organici sottodimensionati.

Entro l’anno le regioni devono prendere in carico 600mila percettori di Gol

Il problema, tuttavia, è che i centri per l’impiego sono chiamati adesso ad un’enorme sfida: la presa in carico entro fine anno di una platea di percettori del programma nazionale di politiche attive Gol (garanzia occupabilità dei lavoratori) finanziato con 4,4 miliardi del Pnrr (e 500 milioni di React Eu). Il governo che si è impegnato con Bruxelles alla presa in carico di 300mila percettori di Gol entro dicembre, ha fissato un’asticella più alta alle regioni: devono avviarne 600mila a percorsi di formazione (previa una valutazione delle competenze). A fine aprile dovrebbe iniziare ad arrivare alle regioni la prima tranche di 660 milioni per l’attuazione di Gol.

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