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Non esistono più le (mezze) amichevoli: l’Italia del Mancio all’esame Nations

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Sì, perché in Nations League c’è il rischio anche di retrocedere. La Nations League ha infatti una struttura molto simile a quella delle competizioni europee per club. Le nazioni partecipanti vengono suddivise in 4 leghe in base al proprio posizionamento nel ranking Uefa. Ogni lega a sua volta si suddivide in gruppi, 4 per le leghe A, B e C e 2 per la lega D. Le squadre inserite in ogni gruppo si affrontano in un girone all’italiana con match di andata e ritorno. Le 4 formazioni vincitrici della Lega A si qualificano per la fase finale della Nations League, ossia le “Final Four”, le 4 squadre vincitrici dei gironi delle altre leghe ottengono la promozione alla lega superiore, le ultime retrocedono.

Ranking a rischio

Oltre a introiti diretti (premi e diritti tv) e indiretti (sponsor) non banali, la Nations League ha un riflesso significativo anche sul ranking Uefa e il sorteggio dei prossimi Europei, che nel 2024 si disputeranno proprio in Germania. Gara inaugurale a Monaco di Baviera il 14 giugno 2024, finale a Berlino un mese dopo. E se il solo pensare alla capitale tedesca e al suo Olympiastadion evoca il dolce ricordo del trionfo mondiale 2006, oggi il pensiero va al fatto che le teste di serie del sorteggio di Düsseldorf del 9 ottobre saranno proprio le dieci squadre migliori della Nations (le 4 prime, le 4 seconde e le 2 migliori terze, che dovrebbero poi essere 3, visto che la Germania è già iscritta in quanto Paese ospitante).

Una griglia ampia che non dovrebbe precluderci la prima fascia, né rendere impossibile il cammino alla qualificazione pur partendo da un’eventuale seconda fascia (si qualificano infatti le prime 2 di ogni gruppo); ma ovvio che in questo momento di crisi ogni minimo scoglio appare come una montagna, con il timore concreto che nel frattempo un’Italia impegnata nel cammino di rinnovamento possa davvero scivolare nella serie cadetta della Nations League, con bacino d’interesse ridotto e a lottare con avversari come Romania, Albania, Finlandia per ritornare in serie A. Scenario – banale, ma doveroso dirlo – decisamente non auspicabile.

E i conti potrebbero non tornare….

Poco meno di un anno fa l’Italia festeggiava allo Stadio di Wembley, in quel di Londra, la conquista dell’Europeo con annessi e connessi i ricavi derivanti sia dalla vittoria nel torneo (38,5 milioni di euro) sia dagli accordi con i singoli sponsor. Oggi, invece, la nazionale azzurra riparte appunto da un torneo che la vedrà impegnata nel Gruppo 3 della Lega A insieme a Germania, Inghilterra e Ungheria in una serie di 6 gare (3 di andata e 3 di ritorno) che si giocheranno appunto tra giugno e settembre.

L’obiettivo è centrare la seconda Final Four consecutiva dopo quella che lo scorso ottobre, in casa, vide – come ricordavamo – gli azzurri eliminati dalla Spagna in semifinale al Meazza di Milano. La finalina per il terzo posto all’Allianz Stadium di Torino ha visto invece trionfare gli azzurri contro il Belgio, per un incasso complessivo di 12,5 milioni di euro.

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