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Omicron 2, perché la nuova variante colpisce meno gli anziani

Il rimbalzo dei casi

Giocano a favore la minore esposizione ai contatti sociali e un atteggiamento più prudente nelle misure di protezione

(ANSA)

3′ di lettura

La fase espansiva in atto nella circolazione del coronavirus sembra risparmiare i più anziani. Dall’ultimo Report dell’Istituto superiore si scopre che la fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza è quella tra 10 e 19 anni con un’incidenza pari a 958 per 100.000 abitanti, in aumento rispetto alla settimana precedente. Diversamente, l’incidenza più bassa («sempre molto elevata» e comunque in crescita) si rileva ancora nelle fasce di età 70-79 e 80-89 con un dato rispettivamente di 320 e di 302 casi per 100.000 abitanti. Delle spiegazioni possibili, al netto di altri elementi convergenti, sono due in particolare le più robuste.

I fattori “indiziati”

«Una serie di fattori gioca “a favore” dei più anziani in questa fase. Le persone avanti nell’età, oltre a essere più attente nell’adottare le abituali misure di protezione hanno, almeno in linea generale, meno tendenza a incontrarsi in grandi gruppi», rileva Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma. «Dobbiamo tener conto che le versioni di Omicron circolanti in Italia, anche se con percentuali di prevalenza diverse, sono tutte estremamente contagiose. Proprio la aumentata capacità di trasmettersi fa sì che circoli di più in chi ha maggiore accesso ai contatti sociali». Nella fascia dei più giovani incide poi anche un non completamento del ciclo vaccinale, tra 12-19 anni solo il 42,10% ha fatto la terza dose. «Una copertura di questo tipo dà naturalmente minore protezione rispetto alle infezioni», aggiunge il biologo molecolare.

Quarta dose, giovedì prima riunione Cts Aifa

La possibilità che si arrivi ad ampliare la platea per la somministrazione della quarta dose di vaccino anti-Covid, sarà al centro di una prima riunione della Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco che si terrà giovedì 24 marzo. Oggi all’ulteriore booster in Italia accedono le persone potenzialmente più esposte agli effetti distruttivi di SARS-CoV-2, un platea di circa 800-900mila persone. «La quarta dose sappiamo che può essere fatta da tutti gli immunocompromessi. Ed è importante farla. Poi valuteremo nei prossimi giorni con la comunità scientifica, se estendere anche a fasce generazionali più avanzate», ha affermato il ministro della Salute Roberto Speranza. Per l’Agenzia europea del farmaco mancano allo stato prove decisive che serva una quarta dose di vaccino a tutti. Marco Cavaleri, responsabile del settore per Ema, ha rimarcato che «da un punto di vista regolatorio non ci sono ancora evidenze sufficienti, né dai trial clinici né dai dati del mondo reale, a sostegno di una raccomandazione sulla necessità di un secondo richiamo nella popolazione generale». L’uso mirato in popolazioni anziane selezionate è stato preso in considerazione da alcuni Stati membri sulla base di alcuni risultati preliminari di efficacia nel mondo reale provenienti da Israele.

Oms, Omicron 2 è diventata dominante

Negli ultimi 30 giorni il sottolignaggio Ba.2 di Omicron è diventato predominante, con 251.645 sequenze (85,96%) caricate sulla piattaforma Gisaid. È l’istantanea scattata dall’Organizzazione mondiale della sanità nel suo ultimo report settimanale sulla pandemia di Covid-19. Il 99,8% delle sequenze messe su Gisaid da campioni raccolti nell’ultimo mese è di variante Omicron, con Delta ormai allo 0,1%, spiega l’Oms. All’interno della “famiglia” Omicron, «la quota di Ba.2 è cresciuta costantemente dalla fine del 2021» e la sottovariante «è divenuta dominante entro la settima settimana del 2022. Questa tendenza è più pronunciata nella regione del Sudest asiatico, seguita da Mediterraneo orientale, regione Africa, Pacifico occidentale ed Europa. Ba.2 è attualmente dominante nella regione delle Americhe».

Casi in aumento ma basse le infezioni gravi

In Italia i casi di Covid sono tornati verso quota centomila, un numero che non si registrava dallo scorso 8 febbraio, quando i contagi erano stati 101.864 in un giorno. Nell’arco di 24 ore l’incremento è stato repentino e i casi registrati dal ministero della Salute sono aumentati a 96.365 dai 32.573 di lunedì 21 marzo. L’effetto di Omicron 2 fa risalire i contagi in larga parte dell’Europa e anche nel Regno Unito, seppure in misura per ora inferiore ad altri Paesi continentali malgrado l’eliminazione pressoché totale delle restrizioni legalmente obbligatorie introdotta a partire dall’Inghilterra da ormai oltre due mesi. I nuovi casi continuano a salire fino a circa quota 80mila al giorno, secondo l’ultimo aggiornamento settimanale integrato con i dati ufficiali, anche se l’incremento dei morti (in media sui 110 al giorno) e quello delle infezioni gravi resta molto meno accentuato grazie agli effetti attribuiti ai vaccini, alle terze dosi booster di massa e alle guarigioni.

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