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Stellantis, Fiom: “A Melfi il gruppo ha proposto l’uscita volontaria di 500 lavoratori. Non rispetta le intese con il governo”

“E’ necessario che si apra un confronto, come chiesto unitariamente all’amministratore delegato, che faccia chiarezza sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento, come di tutto il gruppo”, chiede il sindacato


Nel giorno in cui il governatore del Molise Donato Toma ufficializza che “l’accordo per la gigafactory di Termoli” destinata alla produzione di celle e moduli di batteria per il settore automotive “è stato chiuso”, Stellantis propone ai sindacati un accordo per l’uscita volontaria di 500 lavoratori a Melfi, in Basilicata. “Una riduzione, seppur attraverso le uscite volontarie, rende evidente che siamo di fronte ad una messa in discussione delle intese raggiunte al Ministero dello sviluppo economico e del Lavoro”, ricordano in una nota congiunta Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil e Gaetano Ricotta, segretario generale Fiom-Cgil Basilicata, “che prevedevano l’aumento dei turni di lavoro e nessun esubero strutturale”.

La Fiom ha chiesto all’azienda di “sospendere, per un confronto durante il ricorso del contratto di solidarietà, ogni ulteriore intervento di efficientamento che in queste settimane ha determinato un peggioramento delle condizioni di lavoro e di avere una protezione salariale per i lavoratori. Inoltre, vista la motivazione di gestione di una crisi temporanea, ritiene che si potevano utilizzare gli strumenti straordinari di cassa integrazione messi a disposizione dal Governo per fronteggiare la crisi determinata dal conflitto in Ucraina“. Nel contesto in cui ci troviamo, conclude il sindacato, “è necessario che si apra un confronto, come chiesto unitariamente all’amministratore delegato, che faccia chiarezza sul futuro occupazionale e produttivo dello stabilimento, come di tutto il gruppo”.

Molto più morbidi gli altri sindacati: Fim, Uilm, Fismic, UGlm, Aqcf dopo l’incontro con la direzione dello stabilimento fanno sapere che il contratto di solidarietà per i lavoratori dello stabilimento è stato intanto riaperto dal 4 aprile al 7 agosto per affrontare “la grave crisi che sta attanagliando tutto il settore dell’automotive” e le problematiche legate “all’approvvigionamento dei semiconduttori che sta pesantemente penalizzando il comparto dell’auto”. Secondo queste sigle “In linea con l’accordo del 25 giugno 2021, si è condiviso di mettere in campo ogni strumento utile per far fronte all’esubero giornaliero che, con il passaggio da 17 a 15 turni, a partire dal 4 aprile, è di circa 1500 unità. Nel merito si è definito di riaprire la possibilità, in modo volontario, di uscite incentivate ed inoltre di cogliere ogni opportunità per le trasferte o distacchi in Italia ed in Europa”. Tuttavia, aggiungono, “tutto questo non basta, perché bisogna definire in modo chiaro come si vuole affrontare la transizione ma soprattutto, per quanto riguarda Stellantis e per quanto riguarda Melfi, avviare un confronto serrato anche per tutto l’indotto“.

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