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Ucraina Russia, news di oggi sulla guerra |Scontro Mosca-Roma sul gas. Gli Usa: «Putin ha ordinato di brutalizzare i civili»

di Lorenzo Cremonesi, Giusi Fasano, Andrea Nicastro, Marta Serafini e Redazione Online

Le notizie di domenica 10 aprile sulla guerra in Ucraina, in diretta. Di Maio: «Domani ad Algeri per firmare un accordo sul gas, contro i ricatti russi». Zelensky: «Putin non si fermerà all’Ucraina». Stoltenberg: serve un «esercito permanente ai confini dell’Europa»; la Finlandia si prepara «entro l’estate» a decidere se accedere alla Nato

La guerra in Ucraina è al 46esimo giorno, ed è entrata in una nuova fase, come spiegano nel punto militare Guido Olimpio e Andrea Marinelli.

Continua a emergere dalle città lasciate libere dall’armata di Mosca una ininterrotta serie di racconti di repressioni, torture, stupri, assassinii contro i civili.

• L’Italia firmerà domani un accordo sul gaso con l’Algeria, «per far fronte ai ricatti russi», ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

• La Russia — confermano oggi fonti ufficiali statunitensi — ha cambiato la guida delle operazioni militari in Ucraina, affidandole a Aleksandr Dvornikov, un veterano della guerra in Siria.



Ore 3.05 – Il leader ceceno Kadyrov minaccia: prenderemo anche Kiev


«Ci sarà un’offensiva. Non solo su Mariupol, ma anche su altri luoghi, città e villaggi. In primo luogo libereremo completamente Luhansk e Donetsk, e poi prenderemo Kiev e tutte le altre città». Lo ha detto – come riporta il Guardian – Ramzan Kadyrov, capo della repubblica russa della Cecenia e comandante delle milizie cecene impegnate nella guerra in Ucraina, in un video pubblicato sul suo canale Telegram.

Ore 2. 30 – Sirene antiaeree suonano in città sud ed est


Le sirene di allarme per attacco aereo sono tornate a suonare nel sud e nell’est dell’Ucraina. L’allerta è scattata poco dopo le 3 locali (le 2 in Italia) in varie città, da Odessa a Zaporizhia, da Kharkiv a Izium, fino a Poltava. I cittadini sono invitati dalle autorità a ripararsi nei rifugi.

Ore 2.19 – Il Nyt: russi pronti a offensiva tra Izium e Dnipro


La Russia è pronta a un’offensiva militare tra Izium e Dnipro, nell’est dell’Ucraina. Lo sostengono alcuni analisti statunitensi interpellati dal New York Times, che prevedono nei prossimi giorni un attacco nel Donbass. L’offensiva dovrebbe iniziare nella cittadina di Izium e proseguire fino a Dnipro, considerata un «obiettivo strategico». Gli analisti – riporta il Nyt – hanno esaminato alcune immagini satellitari che mostrano centinaia di veicoli militari in movimento verso Izium, situata a circa 230 chilometri a est di Dnipro.

Ore 1.50 – I russi avanzano a Mariupol, città divisa in due


Le forze russe hanno conquistato nuovo territorio a Mariupol nelle ultime 24 ore, riuscendo a dividere in due la città portuale ucraina assediata ormai da settimane. Lo afferma – come riportato dal The Guardian – l’equipe di esperti dell’Institute for the Study of War, con sede a Washington, nel suo ultimo report. I restanti difensori ucraini – si stima circa 3.000 combattenti – si trovano nel porto principale a sud-ovest e nell’acciaieria Azovstal a est.

Ore 1.08 – The Times: «Svezia e Finlandia entreranno a far parte della nella Nato entro l’estate»

Ore 00.53 – Ucraina: intelligence Gb, nuove prove crimini guerra russi


«Ulteriori prove di presunti crimini di guerra russi continuano ad emergere dopo il ritiro delle forze russe dall’Ucraina settentrionale. Ciò include la scoperta di una tomba improvvisata contenente civili ucraini morti vicino a Buzova». Lo scrive in un report l’intelligence del ministero della Difesa del Regno Unito, aggiungendo anche che «persistono le accuse di violenza sessuale perpetrate dal personale militare russo».

Ore 23.02 – Zelensky: arriverà giorno in cui russi dovranno ammettere errori


«Quando le persone non hanno il coraggio di ammettere i propri errori, scusarsi, adattarsi alla realtà e imparare, diventano dei mostri. E quando il mondo lo ignora, i mostri decidono che il mondo deve adattarsi a loro». Sono queste le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky nell’ultimo messaggio pubblicato su Telegram, in cui assicura: «L’Ucraina fermerà tutto questo. Niente aiuterà la codardia russa. Verrà il giorno in cui dovranno ammettere tutto, ammettere la verità».

Ore 22.55 – Intelligence Gb: ulteriori prove crimini guerra russi


«Ulteriori prove di presunti crimini di guerra russi continuano a emergere dopo il ritiro russo dall’Ucraina settentrionale»: è quanto si legge nell’ultimo aggiornamento dell’Intelligence del ministero della Difesa britannico. «Questo comprende la scoperta di una fossa improvvisata contenente civili ucraini deceduti vicino a Burzova. Persistono le accuse di violenza sessuale perpetrata dal personale militare russo», conclude.

Ore 22.24 – Fortissima esplosione a Mykolaiv


(Marta Serafini) Una fortissima esplosione ha scosso Mykolaiv: la causa è ignota ma sembra possa essere stato colpito un deposito di carburante. Diversi testimoni parlano dell’esplosione «più forte di sempre» in città.

Ore 22.10 – Banca Mondiale, economia Kiev -45% in 2022, pil russo -11%


L’economia dell’Ucraina si contrarrà quest’anno del 45,1%. È quanto prevede la Banca Mondiale, stimando per il pil russo un crollo dell’11,2%.

Ore 21.30 – Conte: quando io premier Putin parlava sempre di Ucraina


Giuseppe Conte, presidente M5s, ai microfoni di Non è l’arena, parla della situazione in Ucraina. «Temo che il numero delle vittime innocenti crescerà sempre di più», afferma. «Il rischio di una mistificazione ma c’è sempre di più» la consapevolezza che in Ucraina «vengono commesse delle atrocità, dei crimini di guerra che devono essere condannati anche di fronte alla Corte penale internazionali», osserva l’ex premier. Putin? «Quando io ero premier ricordo in particolare che nei bilaterali c’era sempre il tema Ucraina. Ricordo che in un giorno di Santo Stefano mi telefonò e passammo un’ora per parlare degli accordi di Minsk. Lui contestava il mancato rispetto degli accordi ma molte di quelle contestazioni erano riferite alle iniziative russe», sottolinea Conte.

Ore 21.17 – L’attacco al deposito di acido nitrico a Rubizhne: il video


Le immagini dell’attacco russo a un deposito di acido nitrico a Rubizhne, nella regione di Lugansk, avvenuto il 5 aprile, sono state riprese da un drone. Nel video diffuso oggi, si vede una immensa nuvola rossa che si alza in cielo dopo l’esplosione. Si tratta di un attacco a un sito ad alto rischio per i danni collaterali che può provocare ai civili, dato che il composto è una sostanza tossica per le persone, corrosiva e altamente irritante. L’acido nitrico infatti è pericolosissimo se inalato, inghiottito o se entra in contatto con la pelle.

Ore 20.44 – Raid a Kharkiv: 10 civili morti, tra cui un bimbo


«Oggi gli occupanti russi hanno sparato sulle infrastrutture civili di Balaklija e Pisochyn, e ci sono stati pesanti bombardamenti a Zolochev e Dergachi. Purtroppo, ci sono civili morti e feriti. Almeno 10 persone sono morte, tra cui in bimbo di 7 anni». Lo riferisce su Telegram Oleg Sinegubov, capo dell’amministrazione statale regionale di Kharkiv. «Di notte — aggiunge Sinegubov — le forze armate ucraine hanno distrutto una colonna di carri armati nemici e mantengono le posizioni, non consentendo il reindirizzamento di grandi forze nelle regioni di Luhansk e Donetsk». Secondo il governatore non ci sono motivi per una evacuazione di massa da Kharkiv: «Le nostre forze armate tengono saldamente la difesa di Kharkiv, abbiamo il completo controllo della situazione».

Ore 20.26 – Sale a 57 il bilancio dei morti nell’attacco missilistico alla stazione di Kramatorsk

È salito a 57 il bilancio dei morti nell’attacco missilistico alla stazione ferroviaria di Kramatorsk. Lo rende noto il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, riferisce il Guardian online. I feriti sono 100.

Ore 20.11 – Elezioni in Francia: Macron e Le Pen al ballottaggio


Cosa succederebbe se Macron perdesse le elezioni per quanto riguarda la posizione della Francia sulla guerra in Ucraina? Qui l’analisi di Aldo Cazzullo. Al momento gli exit poll danno Emmanuel Macron e Marine Le Pen al ballottaggio, rispettivamente con il 28,6% e il 24,4%. Terzo Jean-Luc Mélenchon con il 20,2%.

Ore 19.56 – Mosca: pronti ad ampliare lista persone indesiderate Usa-Ue


«La Russia ha un elenco di persone indesiderate di Usa e Ue che può essere estesa, se necessario». Lo ha affermato il ministero degli Esteri di Mosca, citato da Interfax.

Ore 19 – Mosca risponde all’Italia: «È l’Europa a ricattare sul gas». La replica italiana: «Il ricatto russo? Chiedere il pagamento in rubli»


Nelle scorse ore il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, aveva annunciato che domani si recherà con il premier, Mario Draghi, in Algeria, per firmare un accordo sul gas che «consenta all’Italia di affrancarsi dai ricatti della Russia sul gas». A stretto giro è arrivata la risposta di Mosca, che ribalta l’accusa: «È l’Unione europea a ricattarci sul gas, non viceversa». A scriverlo su Telegram è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che ha aggiunto: Di Maio «ha fatto confusione, come sempre». Non si è fatta attendere la replica dell’Italia che attraverso Giuseppe Marici, portavoce di Di Maio, ha precisato qual è il ricatto della Russia, ossia chiedere il pagamento del gas in rubli su contratti già in corso. «È chiaramente una richiesta inaccettabile — ha sottolineato Marici —. L’Italia per evitare di affrontare eventuali crisi derivanti da queste condizioni irricevibili, sta agendo per diversificare le fonti di approvvigionamento. Come Unione Europea, giustamente, stiamo potenziando un piano di sicurezza energetica a tutela dei nostri cittadini».

Ore 18.45 – L’arcivescovo di Kiev: «Torturate persone in chiesa»


«In questi giorni in Ucraina sono stati scoperti terribili crimini commessi dagli occupanti. Nella regione di Chernihiv, e precisamente nel villaggio Lukashivka, nella chiesa ortodossa dell’Ascensione del Signore gli occupanti hanno dislocato la loro sede, profanando la chiesa ortodossa. Vi hanno interrogato e torturato le persone».

A denunciarlo è l’arcivescovo di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, in un videomessaggio.

«Oggi – dice -vicino a questo edificio sacro troviamo decine di corpi di ucraini innocenti assassinati. Quelli che si proclamano cristiani ortodossi hanno profanato il tempio; e il tempio dove deve essere onorato il nome di Dio, è stato trasformato in un luogo di tortura, umiliazione e omicidio. Questa settimana invito tutti i cristiani, che verranno nelle loro chiese, a pregare per l’Ucraina e per il popolo ucraino: offriamo la Divina Liturgia per la vittoria del bene sul male in Ucraina. Per la liberazione della terra ucraina dall’occupante».

Ore 18.10 – Il cancelliere austriaco Nehammer domani a Mosca da Putin


Il cancelliere austriaco Karl Nehammer si recherà domani a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. Lo rende noto una fonte ufficiale. Ieri Nehammer aveva incontrato a Kiev il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Ore 17.20 – L’incontro tra Putin e Lukashenko, tra due giorni


Il presidente russo Putin e il suo omologo bielorusso Lukashenko si incontreranno al cosmodromo Vostochny, nell’Est della Russia, il 12 aprile, tra due giorni.

Secondo quanto riportato dai media russi, i due leader terranno una conferenza stampa al termine dell’incontro.

La Bielorussia ha fornito appoggio alla Russia per l’invasione: truppe di Mosca hanno lanciato l’assalto a Kiev entrando in Ucraina proprio dalla Bielorussia, e lì sono tornate, in parte, dopo il ritiro dal nord dell’Ucraina.

Ore 17.08 – Le mine nel Mar Nero, e l’inchiesta della Turchia


Il ministero della Difesa turco ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sulla presenza di mine alla deriva nel Mar Nero. Secondo il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, non è possibile al momento stabilire «quante mine siano alla deriva siano effettivamente presenti»: «quelle mine sono di fabbricazione russa, ma non sappiamo quale Paese le abbia dispiegate, non possiamo identificarle. I media parlano di 400 mine, ma noi non possiamo sapere il numero preciso».

Lo scorso 28 marzo, una mina subacquea è stata rinvenuta nelle prime ore del mattino al largo della città turca di Igneada, vicino al confine con la Bulgaria; due giorni prima un altro ordigno è stato ritrovato alla deriva al largo della località turca di Rumelifeneri, nei pressi di Istanbul, nello Stretto del Bosforo, bloccando per alcune ore il traffico attraverso gli Stretti dei Dardanelli e del Bosforo.

Le autorità turche hanno anche segnalato alle navi in transito per gli stretti che mine subacquee piazzate davanti alle coste dell’Ucraina potrebbero andare alla deriva.

Le mine subacquee devono essere dotate di sistemi che le rendano innocue se non ormeggiate, secondo la Convenzione dell’Aia del 1907: ma alcuni ordigni non sono dotati di tali sistemi e rappresentano un grave pericolo alla navigazione civile.

Ore 16.50 – L’ordine di brutalizzare i civili è «di Putin»


La Casa Bianca ha confermato le informazioni sul cambio alla guida delle truppe russe in Ucraina — e ha spiegato che l’ordine di terrorizzare e brutalizzare i civili arriva dai «più alti livelli» del Cremlino, fino a Vladimir Putin.

Ad affermarlo è stato il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, che alla Cnn ha detto che «la questione dei crimini di guerra e delle atrocità in Ucraina» ricade sul «Cremlino e sul presidente russo».

Sullivan ha anche definito il nuovo generale scelto da Putin per guidare le operazioni in Ucraina «un altro autore di crimini e brutalità contro i civili. E gli Stati Uniti, come ho già detto, sono pronti a fare tutto il possibile per supportare la resistenza dell’Ucraina contro di lui e le forze che ora comanda».

Il generale Dvornikov ha iniziato la sua carriera nel 1982, ha preso parte alla seconda guerra di Cecenia e guidato le truppe russe in Siria nel 2015. L’approccio, brutale, visto in azione in quelle due campagne sembra essere un modello che i russi stanno applicando, ancora una volta, in Ucraina.

Ore 16.30 – L’«errore strategico» di Francia e Germania


La decisione della Germania e della Francia di non consentire all’Ucraina di entrare nella Nato nel 2008 è stato un «errore strategico»: ad affermarlo è stato il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in un’intervista alla Nbc. «Hanno respinto gli sforzi degli Stati Uniti e di altri alleati», ha detto Kuleba, «e quell’errore è qualcosa di cui stiamo pagando. Non sono la Germania o la Francia che stanno pagando, è l’Ucraina».

Ore 16.00 — Un duro confronto in vista tra Usa e India


Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrà domani, lunedì 11 aprile, un incontro virtuale con il premier indiano Narendra Modi. Ad annunciarlo è stata la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, in una nota nella quale si precisa che i due leader discuteranno dell’«ulteriore approfondimento dei legami tra i nostri governi, le nostre economie e i nostri popoli».

Ma il focus della discussione — è facile immaginare — sarà sul’Ucraina, nel quadro delle «strette consultazioni sulle conseguenze della guerra brutale della Russia e per mitigare l’impatto destabilizzante sulle forniture globali di generi alimentari e sul mercato delle materie prime».

Non sarà un incontro semplice.

L’India non ha finora condannato la guerra in Ucraina, astenendosi all’Onu e non aderendo alle sanzioni; nei giorni scorsi ha ospitato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, con cui ha discusso della possibilità di aumentare le importazioni di petrolio da Mosca e di creare un meccanismo di scambio rubli-rupie per aggirare l’esclusione dal sistema Swift. Attirata da prezzi estremamente competitivi, l’India ha anche acquistato almeno 13 milioni di barili i greggio dalla Russia da quando Mosca ha lanciato l’invasione dell’Ucraina — un dato decisamente alto se paragonato ai 16 milioni di barili acquistati dal governo di Delhi in tutto il 2021.

Biden, secondo quanto riferito da funzionari della Casa Bianca, chiarirà di non voler vedere significativi e rapidi aumenti di importazioni di gas e petrolio russi da parte dell’India.

Anche da Delhi passa lo sforzo diplomatico di Joe Biden per allargare la rete con cui provare a incastrare Putin. Come scritto da Giuseppe Sarcina qui, «le sanzioni economiche non stanno dando, almeno nell’immediato, l’effetto sperato e c’è il rischio che la Russia possa triangolare con altre parti del mondo alla ricerca di nuovi clienti per le sue materie prime e di fornitori per i beni di consumo, soprattutto per l’alta tecnologia. A Washington, quindi, ritengono essenziale l’impegno e la vigilanza degli alleati anche del Pacifico. Inoltre, questi partner possono dare una mano agli europei ad affrancarsi dalla dipendenza dal gas russo».

Ore 15.58 – Orban e i distinguo sull’Ucraina


«Siamo al cento per cento con l’Ue e con la Nato. Ma non forniremo armi all’Ucraina». Il portavoce di Viktor Orban — presidente dell’Ungheria, appena rieletto — ha spiegato così la posizione del suo Paese di fronte a quanto sta accadendo in Ucraina. «La guerra è stata iniziata dalla Russia», ha detto Zoltan Kovaks. «Siamo convinti che la guerra non possa essere la soluzione. L’Ungheria è dalla parte della pace: abbiamo deciso di non offrire armamenti e nessun soldato perché questo va contro la nostra politica interna, ma accoglieremo tutti quelli che arriveranno».

Ore 15.45 – Le bombe su ospedale e scuola, a Buzova


Continuano ad arrivare notizie sconcertanti da Buzova, vicino a Kiev. Sulla strada dove sono stati trovati decine di corpi è stato colpito anche l’ospedale punto di riferimento del villaggio, andato totalmente distrutto, così come la scuola del paese.

Secondo il preside della scuola, intervistato dall’inviato dell’agenzia Ansa, durante i bombardamenti all’interno dell’edificio c’erano 150 persone che si sono salvate correndo nel rifugio sottostante.

Ore 15.30 – Intanto, in Francia


In queste ore, 48 milioni di francesi sono chiamati alle urne per eleggere il prossimo presidente. Fino a poche settimane fa, la rielezione di Emmanuel Macron sembrava scontata; da qualche giorno, però, lo scenario di un sorpasso da parte di Marine Le Pen, candidata dell’estrema destra, sembra più che realistico. «Sarebbe un terremoto, non solo per la Francia. Sarebbe una grande vittoria di Vladimir Putin. Una sconfitta per Biden, Scholz, Draghi. E sarebbe la fine dell’Unione europea come l’abbiamo conosciuta», scrive Aldo Cazzullo, qui.

Trovate qui la diretta sulle elezioni presidenziali francesi: le prime notizie parlano di un’affluenza in calo, soprattutto a Parigi (non un bel segnale per il presidente); le urne chiuderanno alle 20.

Ore 15.15 – «Furto di 133 sostanze radioattive letali a Chernobyl»


Le forze russe che hanno occupato la centrale nucleare di Chernobyl hanno rubato sostanze radioattive dai laboratori di ricerca che potrebbero potenzialmente ucciderli. Lo afferma l’Agenzia statale ucraina per la gestione della zona di esclusione su Facebook, citata dalla Bbc.

L’Agenzia riferisce che le truppe russe, che erano entrate in un’area di stoccaggio della base di ricerca Ecocentre, hanno rubato 133 sostanze altamente radioattive. «Anche una piccola parte di queste sostanze è mortale se gestita in modo non professionale», spiega l’Agenzia.

Ore 15 – Dagli Usa altre armi all’Ucraina


Gli Stati Uniti stanno lavorando a un piano per la fornitura di più armi all’Ucraina. Lo afferma il consigliere alla Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cbs. Sullivan spiega che c’è anche la possibilità di addestrare gli ucraini fuori dai loro confini nazionali.

Ore 14.15 – Russi bombardano l’aeroporto di Dnipro




Un nuovo bombardamento russo ha colpito l’aeroporto di Dnipro nell’est dell’Ucraina. Lo riferisce il governatore dell’oblast di Dnipropetrovsk, precisando che l’aeroporto è stato «completamente distrutto». Il massiccio attacco potrebbe essere il segnale della nuova offensiva di Mosca concentrata sul fronte orientale e meridionale. Lo scalo era già stato bersaglio di un attacco a metà marzo.

Ore 13.45 – Incontro Putin-Zelensky «solo dopo la battaglia del Donbass»


Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, incontrerà probabilmente l’omologo russo, Vladimir Putin solo dopo la grande battaglia per la regione orientale del Donbass. Lo ha detto il consigliere presidenziale ucraino, Mykhailo Podolyak, citato dalla Cnn. «L’Ucraina è pronta per le grandi battaglie, deve vincerle, in particolare nel Donbass. E dopo avremo una posizione negoziale più solida che ci consentirà di dettare determinate condizioni».

Ore 13.4o – Stoltenberg: «Rafforzare il sostegno a Kiev»


«Ho parlato con la presidente della Commissione europea von der Leyen della sua recente visita a Kiev e dell’incontro con il presidente Zelensky. Siamo determinati a continuare a rafforzare il nostro sostegno all’Ucraina. La Nato e l’Ue sono unite, solidali con il popolo ucraino». Lo scrive su Twitter il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Ore 13.35 – Finlandia sempre più vicina all’ingresso nella Nato


La Finlandia è sempre più vicina all’ingresso nella Nato, rompendo una neutralità che durava dalla seconda guerra mondiale. Il paese condivide con la Russia 1.340 chilometri di confine . «La situazione è radicalmente cambiata — dice il presidente della Repubblica, Sauli Niinisto, al quale la Costituzione finlandese affida la guida della politica estera insieme al governo — i sondaggi recenti dicono che più del 60% dei miei connazionali è favorevole all’ingresso nella Nato». Anche la Svezia, anche se in tempi più lunghi potrebbe abbracciare l’Alleana Atlantica.

Ore 13.20 – Le parole del patriarca Kirill a sostegno della guerra


Nelle stesse ore in cui papa Francesco chiede una tregua alla guerra in Ucraina, il capo della Chiesa ortodossa , il patriarca di Mosca Kirill, ha invitato i fedeli a raccogliersi a sostegno delle autorità. Ha giustificato le azioni russe contro l’Ucraina e contro «la decadente cultura occidentale».

Ore 13.05 – Trovati 50 cadaveri vicino a Kiev


«Il 31 marzo abbiamo trovato una cinquantina di corpi lungo un tratto di 6 chilometri della strada principale che porta a Kiev. Altre 60 persone al momento non si trovano». Lo riferisce il capo del villaggio di Buzova, Taras Didich. Didich parla dalla stazione di servizio, dove da una fossa sono stati prelevati due corpi. «Gli altri cadaveri sono in ospedale o all’obitorio, sono stati prelevati giorni fa per strada dagli stessi parenti delle vittime. I corpi hanno i segni di colpi di fucile e sono stati in strada per più di dieci giorni», aggiunge il funzionario ucraino.

Ore 12.55 – Nella regione di Kiev 1.222 morti


Il procuratore generale ucraino, Irina Venediktova, ha dichiarato oggi a Sky News che la Russia ha commesso crimini di guerra in tutta l’Ucraina. «Complessivamente si contano 1.222 morti solo nella regione di Kiev – ha detto -. Naturalmente, ciò che abbiamo visto sul campo in tutte le regioni dell’Ucraina sono crimini di guerra, crimini contro l’umanità e faremo di tutto per perseguirli».

Ore 12.30 – L’accordo tra Italia e Algeria, per il gas


Domani mattina il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, saranno ad Algeri per firmare « un accordo importante sul gas che ci permetterà di fronteggiare gli eventuali ricatti russi», ha detto oggi il titolare della Farnesina.

«Purtroppo siamo in ritardo come Paese, dovevamo diversificare molto prima: ma abbiamo tanti partner e amici nel mondo. In tutti i Paesi dove sono stato ultimamente si sono detti disponibili ad aumentare le forniture energetiche all’Italia e questo ci permetterà di essere indipendenti».

La Russia è attualmente il maggior fornitore di gas per l’Italia, con una quota di circa il 40 per cento; l’Algeria è già ora al secondo posto tra i nostri fornitori e, secondo fonti citate dall’agenzia Reuters, potrebbe fornire fino a 4 miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi.

L’Eni, che lavora in Algeria da oltre 40 anni, ha annunciato lo scorso mese una significativa scoperta di gas e petrolio.

Di Maio ha viaggiato di recente — con l’obiettivo di assicurarsi nuovi contratti — in Azerbaigian, Qatar, Congo, Angola e Mozambico.

Ore 11.50 – Il Papa: «Tregua pasquale in Ucraina, per arrivare alla pace»


La diplomazia vaticana è al lavoro per cercare di arrivare a un cessate il fuoco — e a una pace, in Ucraina. E mentre il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, non esclude un viaggio di Francesco a Kiev («Non è proibitivo, si può fare, ma si tratta di vedere quali conseguenze avrebbe, valutare se davvero può contribuire alla fine della guerra»), il papa oggi ha lanciato, all’Angelus, un appello ai belligeranti: «Si ripongano le armi», ha detto, «si inizi una tregua pasquale. Ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no. Una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Che vittoria sarà», ha continuato, riprendendo le parole usate ieri sera, nell’intervista alla Associated Press, da Volodymyr Zelensky, «quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie?».

Ore 11.30 – È iniziata una nuova fase della guerra in Ucraina


Il convoglio di 12 chilometri fotografato dai satelliti segnala, anche visivamente, le manovre russe dopo il ritiro dal settore nord. È la nuova fase dell’operazione «speciale» nel sud-sud est dell’Ucraina, un piano marcato da alcuni punti.

In questo punto militare, Andrea Marinelli e Guido Olimpio provano a spiegare quanto potrebbe durare, che cosa stia facendo lo Stato maggiore russo, e come potrà rispondere l’Ucraina.

Alcuni estratti: «Fonti diverse sottolineano che rimangono difficoltà logistiche, i battaglioni di Mosca sono depauperati, alcuni sono stati letteralmente neutralizzati. Ma l’armata della Russia potrebbe impiegare in questo scacchiere (pianeggiante, privo di aree boschive) un alto volume di fuoco con artiglieria pesante, missili, batterie di razzi. Ha la possibilità di ingaggiare gli avversari sulla lunga distanza mentre gli ucraini non dispongono, al momento, di un numero sufficiente di mezzi analoghi». Da tenere d’occhio: il meteo e le consegne di armi da parte dell’Occidente. (Qui l’articolo completo)

Ore 10.30 — A Mariupol «i russi uccidono i civili per strada»


Mariupol — la città portuale che, con la sua resistenza, impedisce a Mosca di completare il «corridoio» terrestre tra la Crimea e il Donbass — continua ad essere bombardata, senza sosta, dalle truppe russe. E i racconti che arrivano dalla città sono tra i più terrificanti dall’intero teatro di guerra. «Gli occupanti russi hanno organizzato una “operazione di pulizia” tra i civili», ha detto su Telegram il consigliere del sindaco, Petr Andryushchenko, citato dall’agenzia Unian.

«Questa è una ricerca di “nazisti”. Un nazista per i russi, è chiunque ama la sua Ucraina e non si è sottomesso all’occupante. Nel processo di “pulizia”, gli occupanti non esitano a uccidere i civili proprio per strada, per poi scattare foto, vantandosi della “vittoria”».

Nelle scorse ore, erano emerse intercettazioni di dialoghi tra militari russi nelle quali li si sente discutere apertamente di uccisioni di civili e bombardamenti su obiettivi non militari.

Ore 10.00 — «I russi hanno lasciato esplosivo dentro gli elettrodomestici delle case in Ucraina»


Il ministro dell’Interno ucraino Denis Monastyrskyi ha avvertito la popolazione che sta rientrando nelle proprie case dopo il ritiro delle truppe russe che i militari di Mosca avrebbero lasciato esplosivi ovunque — «anche dentro le lavatrici e gli elettrodomestici».

Ukrinform ha anche riferito il caso di un uomo rimasto ucciso da un’esplosione dopo aver aperto il bagagliaio della sua automobile, che era stata minata.

Ore 9.30 – Trovata una fossa comune con decine di corpi, vicino a Kiev


È stata trovata una nuova fossa comune con decine di cadaveri di civili ucraini a Buzova, un villaggio vicino Kiev da poco liberato dalle truppe russe.

A riportarlo — aggiungendo un nuovo punto alla mappa dell’orrore che si disvela, giorno dopo giorno, al ritirarsi delle truppe russe — è l’agenzia Reuters, che cita una fonte locale.

Taras Didych, capo della regione di Dmytrivka che comprende Buzova e un certo numero di altri villaggi, ha riferito alla tv ucraina che i corpi sono stati trovati in un fossato vicino a una stazione di servizio. Il numero dei morti non è stato ancora reso noto.

Ore 9.10 – La Russia «pianificava l’invasione dall’estate scorsa»


L’intenzione da parte della Russia di invadere l’Ucraina era già nota all’intelligence occidentale nell’estate del 2021. A riferirlo alla Bbc è un funzionario dei Servizi occidentali. «In estate», ha detto, «abbiamo visto un piccolo gruppo di alti funzionari russi che pianificavano un’invasione su vasta scala».

Di solito, i servizi segreti non rivelano i loro dati, ma con l’avvicinarsi dell’invasione, gli ufficiali dell’intelligence occidentale — e in primis quelli degli Stati Uniti — hanno preso una decisione senza precedenti: dire al mondo ciò che sapevano, e con un livello di dettaglio senza precedenti.

«Alcuni mesi prima i servizi avevano lanciato l’allarme e cercato di fermare la guerra, la cui portata era stata più volte confermata. La raccolta e l’analisi dei dati era un compito congiunto degli Stati Uniti e del Regno Unito. L’origine esatta dell’intelligence rimane segreta, ma i funzionari affermano di averla ottenuta da diverse fonti».

Ore 8.50 – La guerra potrebbe davvero finire il 9 maggio?


(Marco Imarisio) All’inizio è stata solo una indiscrezione non confermata. Lo Stato maggiore di Kiev aveva fatto filtrare la voce che molti soldati russi fatti prigionieri avrebbero riferito di aver ricevuto dai loro superiori la notizia che la guerra sarebbe finita per il prossimo 9 maggio. Insomma, sembrava propaganda.

Ma unita alla conferma ufficiale del restringimento dell’operazione, con l’intenzione dichiarata di concentrare lo sforzo bellico nel Donbass, come se ci fosse bisogno di un risultato immediato, ha fatto nascere nelle cancellerie occidentali la speranza, o il timore, che per quella data possa davvero accadere qualcosa di significativo.

L’unica cosa certa è che non sarà un giorno qualunque,scrive Marco Imarisio: e la spiegazione — che ha a che fare con una ricorrenza storica, e con una importante manifestazione alla presenza di Vladimir Putin – è qui.

Ore 8.30 – Cosa sta succedendo, sul campo?



(Guido Olimpio) Breve punto. Sta prendendo forma il dispositivo russo che dovrà lanciare la probabile offensiva nella regione sud/sud est.

1) Lo conferma il nuovo lungo convoglio di mezzi (12 km) fotografato dai satelliti.

2) Mosca cerca di ristabilire l’efficienza dei reparti, segnalati reclutamenti anche tra i congedati in Transnistria, territorio separatista della Moldavia. Fonti diverse sottolineano che rimangono difficoltà logistiche. Anche la qualità dei militari non sarebbe sempre adeguata.

3) Gli osservatori mettono però in guardia sull’alto volume di fuoco che l’Armata potrebbe impiegare in questo scacchiere. Negli ultimi giorni sono stati intensi i raid aerei (media di 250 sortite quotidiane).

4) Putin ha affidato la missione al generale Alexandr Dvornikov: sulle sue capacità – specie dopo una non brillante esperienza in Siria – i pareri divergono.

Ore 8.10 – Morto un altro generale russo — il nono dall’inizio della guerra


Il colonnello Alexander Bespalov, un altissimo esponente dell’esercito russo, sarebbe stato ucciso in battaglia in Ucraina. Se confermata, la sua sarebbe la nona morte di un generale in questa guerra: un bilancio gravissimo, con pochi precedenti nella storia bellica recente.

Secondo quanto riportato da media locali, il funeral edi Bespalov sarebbe stato celebrato venerdì nella città di Ozersk.

Secondo il ministero della Difesa ucraino, la Russia ha perso finora 19 mila militari.

Nella giornata di ieri è stata pubblicata la notizia — non confermata da Mosca — di un cambio della guida delle operazioni militari russe in Ucraina, che ora sarebbero affidate al generale Aleksandr Dvornikov, veterano della guerra in Siria.

Ore 8.00 – Un convoglio russo di 12 chilometri a est di Kharkiv


Immagini satellitari mostrano la presenza di un convoglio militare russo ad est di Kharkiv. Lo scrive la Cnn. Le immagini, raccolte e analizzate da Maxar Technologies, relative all’8 aprile, mostrano un convoglio militare lungo circa 12 chilometri, composto da centinaia di mezzi («veicoli armati, camion con rimorchi di artiglieria e attrezzatura di supporto») in movimento verso sud attraverso la cittadina di Velkyi Burluk, a est di Kharkiv, nell’Ucraina orientale.

Ore 7.55 – La disinformazione, una «guerra nella guerra»


(Andrea Nicastro) L’isola dei Serpenti, un episodio di «propaganda» ucraino. E poi l’ospedale di Mariupol, gli orrori di Bucha, la stazione di Kramatorsk, sui quali si è scatenata la disinformazione russa. Quella in corso in Ucraina è — anche — una guerra di fake news, perché l’inganno è parte integrante delle strategie militari. Gli americani, sempre sistematici nell’approccio, ragionano in termini di Psychological operations, che in sostanza significa raccontare panzane miste a verità per indirizzare «le emozioni del pubblico, il suo ragionamento razionale e in ultima analisi le decisioni dei governi». Abbiamo provato a smontare alcune delle «finte narrazioni» viste in questa guerra, qui.

Ore 7.50 — I russi «cercano forze in Transnistria»


Le forze armate russe, che hanno subito finora perdite ingenti nell’invasione in Ucraina (come ha riconosciuto lo stesso portavoce del Cremlino, che è stato duramente criticato per questo dai «falchi» del regime), stanno cercando di rafforzare le truppe reclutando personale congedato dal servizio militare nel 2012 — e anche cercando uomini in Transnistria, la regione separatista della Moldova.

A scriverlo, nel suo quotidiano aggiornamento militare, è il ministero della Difesa britannico.

Ore 7.40 – «Cambio nascondiglio ogni sera. Ora aspettiamo che si scateni l’inferno»


(Greta Privitera) «Come stai?», chiede in italiano. «C’è il sole da voi?». Prima di rispondere sulla guerra, vuole parlare dell’Italia: «Ci sono stato mille volte, mamma Tatiana vive a Rapallo da 20 anni, faceva la badante», dice Serhiy Haidai, 46 anni, governatore della provincia di Lugansk , nel Donbass, dal 2014 regione chiave del conflitto in Ucraina, e dove oggi l’esercito di Putin sta riposizionando le sue truppe.

Maglietta verde militare, barba incolta, Haidai risponde da un nascondiglio vicino a Severodonetsk, ma stasera cambierà posizione perché i russi lo cercano: «Vogliono uccidermi». Sa che a breve nella sua regione potrebbe esserci un attacco devastante, ma riesce ancora a sorridere: «Fatemi pensare per un attimo al mare delle Cinque Terre, alle colline del Chianti, non alla conta dei morti di Kramatorsk, o a quello che sta per succedere qui».

Che cosa sta per succedere?

«Un inferno. Per cantare vittoria Putin deve conquistare tutto il Donbass, soprattutto dopo la sconfitta di Kiev. Parla di “liberazione” ma vuole il nostro territorio per questioni strategiche e per le sue miniere. Da queste parti la nostra difesa è più forte, quindi per raggiungere l’obiettivo distruggeranno tutto. Vogliono cancellarci dalla faccia della terra, ma noi resisteremo».

Quando prevede l’attacco?

«È una questione di giorni. Si stanno riposizionando ai confini e nel frattempo continuano a bombardare. Non hanno morale: raderanno al suolo ospedali, scuole, case. Avete presente Bucha o Mariupol? Da noi sarà molto peggio».

Perché?

«La loro furia sarà cento volte più forte e purtroppo non abbiamo edifici robusti come a Mariupol. Non abbiamo bunker».

(L’intervista completa, in esclusiva, qui)

Ore 7.30 – Le foto dentro il teatro di Mariupol


Gabriele Micalizzi, formidabile fotoreporter italiano, ha scattato per il Corriere delle immagini all’interno del teatro di Mariupol: uno dei luoghi simbolo della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, e della ferocia con cui sono state colpite infrastrutture civili.

Nel teatro, secondo le autorità locali, erano rifugiate centinaia di persone, quando le bombe dell’esercito di Mosca lo hanno colpito.

Il numero di vittime di quell’attacco — che nemmeno la scritta «bambini», a caratteri cubitali, all’esterno del teatro, è riuscita ad evitare — è ancora impossibile da determinare. Ora a Mariupol, che continua a essere bombardata, mancano luce, acqua, cibo.

I palazzi sono bruciati, le finestre sfondate. Eppure migliaia di persone non vogliono lasciare la città, la loro città. Le immagini, potentissime, sono qui.

Ore 7.25 – Il direttore dell’Agenzia per il nucleare: «La situazione non è sostenibile»


(Viviana Mazza) «È gente come noi, con famiglia, amici, e deve continuare a fare un lavoro delicatissimo sotto pressione. Ho sentito questa tensione, sono veramente esauriti». A parlare, in una intervista al Corriere, è Rafael Mariano Grossi, il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), che ha incontrato nei giorni scorsi il personale della centrale nucleare di Konstantinovka, vicino a Mykolaiv, sul fronte sud della guerra in Ucraina, e attende da Kiev luce verde per recarsi a Chernobyl
.

A Zaporizhzhia «sabato scorso c’è stato un episodio di violenza: una dimostrazione e qualcuno ha sparato. Non è sostenibile nel tempo».

L’intervista integrale è qui.

Ore 7.15 – Gli attacchi respinti dall’Ucraina


Le truppe della Federazione Russa stanno cercando di sfondare la difesa militare vicino alla città di Izyum per stabilire il controllo su Mariupol: e intanto, nel territorio delle regioni di Donetsk e Luhansk, i soldati ucraini hanno sventato otto attacchi russi. A riferirlo — confermando l’aumentata pressione della Russia nella zona Est dell’Ucraina — è lo stato maggiore dell’esercito di Kiev nel suo ultimo aggiornamento sulla situazione sul campo.

Ore 7.00 – Le evacuazioni di civili, in treno, dal Donbass


Venerdì, due missili russi hanno colpito la stazione di Kramatorsk, in Ucraina, uccidendo 52 persone e ferendone più di 100. Stavano cercando di mettersi in salvo dall’annunciata offensiva della Russia contro il Donbass.

Oggi le autorità di Lugansk sono tornate a chiedere alla popolazione civile di lasciare le zone dove ha costruito la sua vita — e di farlo fidandosi, ancora una volta, della sicurezza della rete ferroviaria: nove treni saranno utilizzati, domenica, per le evacuazioni.

Ore 6.35 – La Finlandia si prepara a candidarsi a entrare nella Nato


La Finlandia si sta preparando per una decisione potenzialmente storica «entro la metà dell’estate»: se candidarsi per aderire alla Nato come deterrente contro l’aggressione russa. Lo riferisce il quotidiano britannico The Guardian. La nazione nordica di 5,5 milioni di abitanti tradizionalmente non si è mai schierata sotto il profilo militare, in parte per evitare minacce dal «nemico vicino a Est» con cui condivide 1.300 chilometri di confine.

Ore 6.15 – Stoltenberg: «Un esercito Nato permanente ai confini»


La Nato sta lavorando a piani per schierare una presenza militare permanente ai propri confini per contrastare una futura aggressione della Russia. Lo riporta il Telegraph, citando il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg. La Nato si trova «in mezzo a una trasformazione fondamentale» che riflette «le conseguenze a lungo termine» delle azioni del presidente russo Vladimir Putin, ha detto Stoltenberg, secondo cui «quella che abbiamo di fronte ora è una nuova realtà, una nuova normalità per la sicurezza europea». Per questo è stato chiesto ai comandanti militari di fornire opzioni «per un adattamento a lungo termine della Nato».

Ore 5.00 – L’intervista a Zelensky


«Nessuno vuole negoziare con una persona, o con un popolo, che hanno torturato questa nazione. È comprensibile. Come uomo, come padre, lo capisco perfettamente. Ma non vogliamo perdere opportunità — se ce ne sono — per una soluzione diplomatica».

Volodymyr Zelensky parla così ad Adam Schreck, Mstyslav Chernov ed Evgeniy Maloletka, i cronisti della Associated Press che lo intervistano e lo fotografano all’interno del palazzo presidenziale di Kiev, tappezzato di sacchi di sabbia.

Visibilmente esausto — nota l’agenzia — eppure animato dalla volontà di continuare a guidare la resistenza del suo Paese di fronte all’invasione della Russia, Zelensky si trova ora in uno snodo cruciale della guerra.

L’Ucraina è riuscita a negare alla Russia tutti gli obiettivi che si era prefissata: Mosca non ha conquistato alcuna grande città, ha dovuto rinunciare a prendere Kiev, si è ritirata dal Nord del Paese. Eppure l’armata di Putin ha devastato l’Ucraina, compiuto massacri e torture (giovedì 52 civili sono stati uccisi dai missili lanciati contro una stazione a Kramatorsk, e non è che l’ultimo di una catena ininterrotta di episodi agghiaccianti), e si appresta a scatenare un inferno di fuoco nel Donbass.

«Dobbiamo combattere, ma combattere per la vita. Non si può combattere per la polvere, per un Paese dove non c’è più nulla, dove non c’è più nessuno. Per questo è importante che questa guerra si fermi». E per questo, continua Zelensky, è così importante che dall’Occidente arrivino le armi in grado di consentire all’Ucraina di resistere alla Russia: «No, quanto fatto finora» dagli alleati «non è abbastanza».

Le promesse di armi — dalla Gran Bretagna, dagli Stati Uniti, dall’Unione europea — si moltiplicano, in queste ore: e Zelensky chiede che «si faccia presto».

Se fossero arrivate prima, quante vite sarebbero state salvate? «Spesso si cercano risposte negli altri. Io le cerco innanzitutto in me stesso. Abbiamo fatto tutto il possibile per avere quelle armi? Abbiamo fatto il possibile perché i leader degli altri Paesi credessero in noi? Siamo all’altezza del tempo e del luogo in cui siamo stati chiamati a vivere? Chi lo sa? Io no. E ognuno può farsi queste domande».

In un video su Telegram, Zelensky interpreta quella che è la vera portata della sfida con la Russia. Occorre «fare più pressione sulla Russia per ripristinare il prima possibile la pace e la sicurezza, per ripristinare il diritto il prima possibile ed evitare la catastrofe data dall’utilizzo della forza. Una catastrofe che colpirà tutti, perché la Russia non aveva intenzione di fermarsi solo all’Ucraina, alla distruzione della nostra libertà e della nostra vita. Tutto il progetto europeo è nel mirino della Federazione russa».

10 aprile 2022 (modifica il 11 aprile 2022 | 03:18)

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